“Il sole è anche una stella”: un teen drama nell’America di Trump

Buone intenzioni ma resa irrealistica e personaggi improbabili per il film diretto da Ry Russo-Young

Un film di Ry Russo-Young. Con Yara Shahidi, Gbenga Akinnagbe, Charles Melton, Jake Choi, Cathy Shim. Drammatico, 100′. USA 2019

Natasha, una ragazza di origini giamaicane, è stata espulsa con tutta la sua famiglia dagli Stati Uniti: le resta solo un giorno prima di dover fare la valigia per tornare nel paese che ha lasciato da bambina, e per quanto si sforzi di trovare una soluzione il trasferimento sembra inevitabile. Ma proprio quando il mondo le sta per crollare addosso, ecco che nella sua ultima giornata americana entra all’improvviso un giovane di origini coreane, Daniel, che le stravolge la vita con una promessa: la farà innamorare di lui in sole 24 ore.

 

Basato sull’omonimo romanzo di Nicola Yoon, “Il sole è anche una stella” è un teen drama contemporaneo, che racconta la storia di Natasha (Shahidi) e Daniel (Melton), due giovani che si incontrano in una New York scintillante.

La regista Ry Russo-Young, lavorando su una sceneggiatura di Tracy Oliver, cerca di colpire al cuore il pubblico ma anche di tratteggiare – con risultati non proprio esaltanti – un ritratto dell’America di Trump. I protagonisti – di origini giamaicane lei, coreane lui – lottano infatti per restare fedeli alla propria eredità culturale, vivendo l’esperienza americana alle proprie condizioni.

Sicuramente l’aspetto più interessante del film è questo voler ampliare lo spettro di tematiche solitamente affrontate dal melodramma per teenager, includendo intolleranza e questioni raziali. Peccato l’ingenuità naive con cui si tenta l’operazione.

La New York fotografata da Autumn Durald Arkapaw è una città dove apparentemente tutto è possibile, un luogo da sogno. Da Chinatown al Financial District, dall’Upper West Side al negozio di capelli per neri di Harlem al tram di Roosevelt Island, tutta la città sembra partecipare alla storia dei due protagonisti.

Sfortunatamente, “Il sole è anche una stella” usa questa patina lucente per mascherare una serie di problemi anche piuttosto evidenti. I dialoghi sono poco credibili (e il doppiaggio italiano peggiora la situazione); i personaggi sono monodimensionali e stereotipati; la sceneggiatura stessa è improbabile. Pollice alzato per le intenzioni, ma per quanto riguarda la resa finale…

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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