Intervista all’autrice Virginia Graziani

Virginia Graziani ha pubblicato da pochi mesi con Eden Editori un nuovo romanzo, “Appena prima dell’alba“. Una storia particolare, che ha come centro le dinamiche sociali ed emozionali che si creano all’interno di un gruppo di persone costrette a convivere.

Un bel progetto per questa scrittrice ventiseienne che ama spaziare tra i generi e le forme di scrittura.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei, per scoprire qualcosa di più del suo ultimo lavoro ma anche delle sue idee in fatto di editoria, promozione e molto altro.

 

Virginia Graziani in tre parole.

Passione, energia, creatività.

Come nasce in te la passione per la scrittura?

Direi che è nata con me. Scrivo da quando ho imparato a tenere in mano una penna, ma solo negli ultimi anni ho avuto il tempo e la costanza necessaria per portare a termine le storie che desideravo trasformare in libri.

Da bambina volevi diventare?

Una veterinaria. Un’altra grandissima passione che ho da sempre è quella per gli animali, e da piccola sognavo di farne il mio lavoro. La scrittura seguiva via via il mio amore per la natura, ma il desiderio di diventare veterinaria era sempre un passo avanti, anche perché preferivo di gran lunga trascorrere le mie giornate in giardino anziché seduta a una scrivania. Ma poi, “da grande”, ho optato per un percorso di studi classici: liceo e facoltà di legge, e la scrittura è tornata al primo posto.

A ventisei anni hai già all’attivo tre romanzi oltre ad alcuni racconti. Ti senti una scrittrice a tutto tondo oppure c’è una forma e/o un genere con cui ti senti più a tuo agio?

Mi piace sperimentare generi e forme molto diverse tra loro. Ho scritto thriller, romanzi di formazione, mainstream, narrativa classica. Se arrivassi a pubblicare tutto quello che ho prodotto negli ultimi anni risulterebbe chiarissima la mia ecletticità e la voglia che ho di spaziare. Ad ogni modo, genere a parte, cerco sempre di imprimere nei personaggi il soffio della vita.

“Appena prima dell’alba” è il tuo ultimo lavoro, edito da Eden Editori. Come lo descriveresti al pubblico?

Nel tentativo di raggiungere l’indirizzo segreto di una festa, un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 25 anni finisce in un vecchio monastero dal quale non si può uscire. La disavventura non è casuale, e quando il fatto verrà a galla l’intero gruppo ne risulterà sconvolto. Si trovano costretti a convivere in una situazione tutt’altro che normale ragazzi molto diversi, per carattere e cultura; tra loro nasceranno amicizie e storie d’amore, ma anche parecchi scontri. È un romanzo che parla di giustizia e di ricerca della verità, non ci sono elementi paranormali o horror.

Perché hai deciso di raccontare proprio questa storia? C’è un messaggio particolare che vorresti arrivasse al pubblico?

Mi piaceva l’idea di mettere alle strette i personaggi e di stare a guadare le loro reazioni. Volevo mettere in risalto la magia delle interazioni, dei legami che si creano tra le persone, soprattutto quando la paura e l’incertezza predominano sugli altri sentimenti. Il messaggio che vorrei arrivasse è che, a volte, l’amicizia e l’amore, con la loro potenza misteriosa, possono davvero stravolgere un destino che sembrava già segnato.

Editoria e promozione: com’è, da esordiente o quasi, affrontare il mercato e cercare di far conoscere il proprio lavoro?

Un’impresa non da poco. Purtroppo in Italia ci sono più scrittori che lettori, ma con l’impegno e la devozione credo che si riescano a raggiungere comunque dei buoni risultati.

Parliamo della Virginia scrittrice. Sei una stacanovista del lavoro, che si dedica alla sua passione ogni giorno, con costanza, oppure sei più il tipo che può passare giorni senza scrivere una parola e poi stare tutta la notte al pc senza riuscire a staccarsi dalla tastiera?

Sono una stacanovista e una velocista. Scrivo tutti i giorni per due o tre ore, e di solito completo la prima stesura di un libro nell’arco di un paio di mesi. Quando sono immersa in una nuova storia, avverto come una sorta di calamita che mi attira a continuare, non posso farne a meno.

Editoria tradizionale o self publishing?

Amo l’editoria tradizionale, ma considero il self publishing una buona invenzione. Si tratta di una nuova frontiera, che aiuta senza dubbio a ridurre i passaggi che separano l’autore dal lettore. Il self è immediato e sperimentale, ma credo sia un vero bene solo se lo scrittore che sceglie di percorrere questa strada è in grado di svolgere da solo il lavoro di editing e illustrazione, e di svolgerlo bene, così da presentare al pubblico un prodotto curato e professionale.

Se diciamo editoria a pagamento?

Quella a pagamento non vale nemmeno la pena di definirla editoria. A parer mio, chi chiede soldi agli autori per pubblicarli – o impone l’acquisto di un certo numero copie, che poi è lo stesso – non è un editore, ma un tipografo furbetto.

Libro preferito?

Non potrei mai scegliere. Sono una lettrice accanita e onnivora. Ho amato tantissimi libri con caratteristiche e storie molto diverse; l’importante per me è che i personaggi risultino reali e veri, direi indimenticabili.

Autore preferito?

Attualmente leggo molti scrittori americani contemporanei. Amo la prosa spontanea di Jack Kerouac, i personaggi vividi di Joe R Lansdale, gli intrecci sorprendenti di Stephen King; adoro le storie e lo stile di Cormac McCarthy, il cinismo divertente di Bukowski. Ma anche in questo caso, una scelta sarebbe limitante e legata soltanto a questo preciso momento della mia vita.

C’è un personaggio, non necessariamente legato al mondo dei libri, a cui ti ispiri?

Più che a un personaggio fisico, mi lascio ispirare dalle esperienze e dal mio umore, ma anche da ciò che capita nel mondo.

Quali sono adesso i tuoi progetti? Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Ho sempre la testa piena di idee, e sono molto più veloce a scrivere di quanto non lo siano le case editrici a fornire risposte agli autori, perciò ho già pronti altri due libri, di cui uno, un romanzo di formazione, a cui sono particolarmente legata e che spero davvero di riuscire a pubblicare.

È il tuo giorno fortunato, hai trovato la lampada magica. Quali sono i tre desideri che vorresti realizzasse il genio?

Scrivere di mestiere. Girare il mondo per intero. La felicità delle persone che amo.


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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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