“Io c’è”: una commedia ironica e dissacrante ma mai volgare

Alessandro Aronadio si conferma regista di talento e spessore. Edoardo Leo convince come protagonista

Un film di Alessandro Aronadio. Con Edoardo Leo, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Giulia Michelini, Massimiliano Bruno. Commedia, 100′. Italia, 2018

Massimo Alberti (Leo) ha creduto nel miracolo italiano e poi si è imbattuto nella crisi: il suo bed & breakfast perde colpi (e denari) e la sorella Adriana (Buy) è convinta che sia incapace di fare alcunché di valido. È allora che Massimo si rende conto che le sue vicine, un gruppo di suorine tanto scaltre quanto pie, hanno trovato la soluzione per un business esentasse: affittare le stanze del convento a fronte di un’offerta volontaria, sulla quale l’Agenzia delle Entrate non può rivalersi perché il convento cade sotto la definizione legale di “luogo di culto”. Da lì all’inventarsi un culto che trasformi il bed & breakfast in luogo tax free, per Massimo il passo è breve.

 

Oggi, in Italia e nel mondo, risulterebbe più “strana” una persona che professa una granitica fede religiosa o un giovane imprenditore che, pur di evitare il fallimento e non pagare le tasse, decide di inventarsi una propria religione?

Per gli spettatori credenti il quesito potrebbe inizialmente apparire provocatorio se non blasfemo, ma chiunque, dotato di un minimo di ironia e di senso critico, sarà stimolato ad andare oltre le apparenze, e riflettere sulla questione.

Alessandro Aronadio, al suo terzo lungometraggio, decide di compiere una scelta rischiosa e azzardata, dando vita a una pellicola sulle religioni e la fede, senza pregiudizi, ma semplicemente con l’obiettivo di raccontare e accendere un dibattito costruttivo.

“Io c’è”, come ha precisato lo stesso regista in conferenza stampa, non è un film religioso ma si rivela inaspettatamente profondo e intenso.

La prima parte è brillante, divertente e nonostante l’impronta cinica e politicamente scorretta mai offensiva. La seconda, invece, si sposta su una dimensione più filosofica ed esistenziale, affrontando i temi della morte e della libertà di cura. Nel complesso, il film è equilibrato, dissacrante e provocatorio nei modi giusti. 

Alessandro Aronadio si conferma un regista di talento, ispirato e con uno stile di racconto nuovo, brillante e originale, capace di esaltare le doti e il talento del cast. Eppure, paradossalmente, sono proprio gli interpreti l’anello più debole del progetto.

Edoardo Leo è un Massimo cedibile, incarna al meglio i vizi, i limiti e le contraddizioni dell’uomo moderno, cinico e spregiudicato ma anche portatore sano di sensibilità e umanità.

Giuseppe Battiston e Margherita Buy alternano momenti convincenti ad altri troppo tirati e di maniera. Da entrambi ci saremmo aspettati qualcosa di più a livello di personalità e brio.

Giulia Michelini, dopo la brillante performance in “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino (qui la recensione), lascia un altro felice segno in questa pellicola. L’attrice romana regala con Teresa – che avrebbe meritato un approfondimento maggiore – intense e convinte emozioni, conquistando meritatamente il centro della scena nel toccante finale.

Credere o non credere in un Dio sarà sempre un dubbio amletico per ogni individuo, ma invece credere in noi stessi dovrebbe diventare un dovere categorico, quasi dogmatico, per affrontare e superare le avversità della vita.

 

Il biglietto da acquistare per “Io c’è” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

 

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