Jane Austen: le lettere familiari ci offrono uno spaccato sul suo mondo

52 missive inedite racconta l'Inghilterra dell'autrice ma anche la genesi dei suoi famosi romanzi

di Sara Cappellini

 

L‘Huntington Library, in California, ha appena acquistato 52 lettere inedite della famiglia della madre di Jane Austen, Cassandra Leigh.

I Leigh possedevano una bellissima tenuta in Adlestrop, nella contea di Gloucestershire. Jane Austen vi si recò più volte nel corso della sua vita, traendone anche l’ispirazione per l’ambientazione del romanzo “Mansfield Park”.

Acquistate da un mercante inglese di libri antichi e rari, le lettere offrono uno spaccato della vita dei familiari della scrittrice inglese e, anche se indirettamente, ci forniscono informazioni utili sulle opere della stessa Austen, che, come tutti sanno, sono molto legate all’ambiente in cui lei viveva.

Le lettere sono molto personali – ha commentato Vanessa Wilkie, curatrice dei manoscritti storici inglesi all’Huntington Library – e sebbene non menzionino specificamente l’autrice di Orgoglio e Pregiudizio, aiuteranno il pubblico a comprendere in maniera più vivida il mondo in cui ha vissuto e che ha fortemente influenzato Jane Austen”.

I numerosi fan della scrittrice di certo anelano a conoscere ogni dettaglio collegato alla sua vita, e questa raccolta di lettere permette di far luce sui suoi familiari stretti e sui suoi antenati. Tuttavia, aldilà di questa curiosità che sembra applicarsi a tutto ciò che è stato fisicamente vicino a una scrittrice tanto amata, le lettere sono importanti per capire le opere della Austen: infatti nei suoi romanzi le relazioni con i congiunti sono un tema centrale.

La rilevanza di queste missive aumenta se si pensa che della corrispondenza di Jane Austen sono arrivate fino a noi solamente 161 lettere, dato che la gran parte di essa è stata bruciata dopo la sua morte dall’amatissima sorella Cassandra Elizabeth, probabilmente per proteggerne la privacy.

La raccolta appartenente alla famiglia Leigh rivela gli usi e i costumi del periodo della Reggenza (1811-1820), inclusi gli aspetti mondani e quelli più intimi di quei tempi. Le missive sono rivolte a un ventaglio di destinatari che copre ogni sorta di relazione; in epigrafe infatti si legge: “Cara madre”, “Padre affettuoso”, “Caro figlio”, “Caro cugino”, “Cara piccola nipote”, “Cara signora”. Una è persino firmata da un certo A. Nonimo, che scrive in maniera esilarante delle precauzioni da prendere per non incorrere nel pericolo di innamorarsi di Miss Fortuna.

Le lettere testimoniano anche di eventi storici. James Leigh scrisse nel 1750 allo zio Theophilus Leigh, preside del college oxfordiano Balliol, di cui Jane Austen è la bisnipote, di un terribile terremoto che aveva colpito Londra in quel periodo. “Siamo stati tutti presi dal panico, particolarmente le donne, divenendo sordi a qualunque cosa che non sia la nostra paura – si legge nella missiva di Leigh. – Abbiamo già avvertito due terremoti piuttosto forti a 28 giorni di distanza. Tra tre settimane, di giovedì, se ne prevede un altro molto più violento dei primi”.

Un altro esempio, molto diverso da quest’ultimo, è la lettera del 1806 di Warren Hastings, amico della famiglia Austen e primo governatore dell’India Britannica, al Reverendo Thomas Leigh. Sir Hastings scrive all’amico la bozza per la lapide di una donna: “Allegra, generosa e buona, si è resa cara a tutti per la semplicità dei suoi modi, che come la gaiezza della sua mente, hanno illuminato la società senza mai recare offesa, o causare preoccupazioni”.

Cimeli di un tempo che oggi ci appare lontano, tornano a raccontare i loro segreti. E gettano nuova luce sulla vita di Jane Austen, che resta una delle autrici che il pubblico sembra più interessato a conoscere, anche nel dettaglio.

 

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