“Joueurs”: quando l’amore diventa una forma di dipendenza

L'esordiente Marie Monge dirige Stacy Martin e Tahar Rahim credibili, intensi e affiatati

Un film di Marie Monge. Con Tahar Rahim, Stacy Martin, Bruno Wolkowitch, Karim Leklou,  Marie Denarnaud. Drammatico. Francia 2018

Ella incontra Abel e la sua vita non è più la stessa. L’uomo la conduce all’interno della vita adrenalinica del gioco d’azzardo ma per la ragazza potrebbe non esserci più la via del ritorno.

 

Amare qualcuno non si rivela il più delle volte un rischioso gioco d’azzardo, che può portare anche a sviluppare una fatale e distruttiva dipendenza verso il partner? Ripensate alle vostre storie passate e non potrete non concordare che chi ama e chi soffre di ludopatia abbia parecchio in comune.

“Jouers”, pellicola d’esordio della regista francese Marie Monge, presentata in anteprima nella sezione Quinzaine del Festival di Cannes 2018, non fa altro che rendere esplicita la vicinanza tra queste due “dipendenze”.

Il film racconta infatti la struggente, selvaggia e distruttiva storia d’amore tra la bella e pacifica Ella (Martin), che lavora come cameriera nel ristorante del padre, e l’affascinante e affabulatore Abel (Rahim), malato di ludopatia senza speranza.

Ella e Abel sono i classici opposti, destinati ad attrarsi in modo fatale fin dal loro primo incontro. Lui la trascina nel suo mondo, abusa della sua fiducia, alla fine la abbandona. Lei è felice durante la corsa, fa di tutto per non perderlo, spera di cambiarlo.

Lo spettatore potrà leggere la storia di “Joueurs” anche come una versione moderna e pop di quella di Bonnie e Clyde. E nonostante qualche difetto strutturale e qualche criticità narrative in alcuni snodi determinanti dell’intreccio, è nel complesso una pellicola godibile e riuscita.

Il peso del film poggia tutto sulla coppia formata da Stacy Martin e Tahar Rahim, intensa e credibile, pienamente all’altezza. I due interpreti sono stati capaci di trasmettere ai rispettivi personaggi autenticità, umanità e profondità fin dalla prima scena, facendo emergere una convincente e sincera alchimia umana prima ancora che artistica.

Lo spettatore segue le vicende della coppia con partecipazion e commozione, e nonostante tutto, in fondo in fondo, si augura persino di poter vivere una storia d’amore altrettanto bella e intensa, per quanto tragica.

 

Il biglietto da acquistare per “Joueurs” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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