“L’amica geniale”: la storia napoletana e condivisa di Lila ed Elena

Tratta dai romanzi di Elena Ferrante la serie tv in otto puntate che vedremo in autunno su Rai 1

© Foto di Eduardo Castaldo

Una serie diretta da Saverio Costanzo. Con Elisa Del Genio, Ludovica Nasti, Margherita Mazzucco, Gaia Girace. Drammatico. 2018-in produzione

 

Adattamento tv in otto parti dell’omonimo romanzo di Elena Ferrante, a sua volta primo di una serie di quattro volumi, “L’amica geniale” racconta la storia di Elena e Lila, e di un rapporto che si evolve a partire dalla Napoli degli anni ’50.

Mantenendo intatta la struttura del romanzo, il pilot della serie – che ricordiamo sarà la prima di quattro – si apre con una telefonata in piena notte: l’amica di tutta una vita di Elena, Lila, è scomparsa senza lasciare traccia.

Come atto di vendetta poetica, che rispecchia la natura ambivalente della loro relazione, divisa tra amore e odio, Elena decide di non lasciare che Lila abbia l’ultima parola e si siede a raccontare una storia condivisa aggiungendo, come postilla: “Scriverò tutta la tua storia, non solo quello che ho visto ma anche quello che mi hai raccontato”.

Con uno stile pulito, Saverio Costanzo abbraccia i dettagli della vita di tutti i giorni, sporchi, impoveriti, minacciosi, arricchiti da momenti di fantasia infusa dalla memoria. Questo si rispecchia anche nella combinazione di luoghi italiani e un set di quartiere costruito da zero dallo scenografo Giancarlo Basili, con un richiamo evidente al periodo della storia in cui il cinema italiano offriva i piaceri del grintoso neorealismo (i più attenti ci troveranno anche una citazione nemmeno tanto velata di uno dei film cardine del periodo).

Elisa Del Genio e Ludovica Nasti sono strepitose nei due ruoli di Lenuccia e Lila bambine. La prima sembra piangere già quando la sta vivendo la sua infanzia perduta, ossessionata dalla conoscenza della donna che diventerà. La seconda è vivacemente viva anche nei momenti di abuso, che spaventano sullo schermo ancor più che sulla pagina.

Perché “L’amica geniale” è soprattutto un viaggio in cui i bambini, visti in retrospettiva, sembrano conoscere gli adulti che saranno.

Quello che colpisce nella trasposizione è la perfetta aderenza col romanzo per ciò che riguarda intenti e sentimenti. Perché una volta intrapresa la visione, come spiegato dallo stesso regista, “chi ha amato i romanzi non faccia differenze con il film, ma possa ritrovarvi, in un altro formato, esattamente la stessa storia che ha lasciato dopo la lettura”.

 

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