“L’Arminuta”: un film che emoziona lavorando su sguardi, gesti e silenzi

Giuseppe Bonito adatta con delicatezza e sincerità il romanzo di Donatella Di Pietrantonio

Un film di Giuseppe Bonito. Con Sofia Fiore, Carlotta De Leonardis, Vanessa Scalera, Fabrizio Ferracane, Elena Lietti. Drammatico, . Italia 2021

Estate 1975. Una tredicenne diventa, senza che nessuno chieda il suo consenso, “l’arminuta” cioè la ritornata. Fa cioè ritorno a una famiglia biologica di cui non sapeva nulla. Passa da un’agiata esistenza piccolo borghese a una vita nelle campagne abruzzesi in cui regnano la povertà e la mancanza di cultura.

 

Tratto dal romanzo omonimo di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello nel 2017, “L’Arminuta” è un racconto di formazione ambientato nell’Italia del 1975, che tocca tematiche delicatissime come l’idea di maternità e le differenze sociali.

Una ragazzina di tredici anni, soprannominata l’Arminuta, che in dialetto abruzzese significa “la ritornata”, viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. Dall’oggi al domani si ritrova in una situazione completamente diversa da quella in cui era cresciuta, perdendo punti di riferimento, l’affetto esclusivo dei geitori e una casa confortevole…

Il film è giocato interamente in sottrazione, nello scontro/incontro tra gli opposti: la modernità e l’arcaicità, il benessere borghese e la povertà rurale, l’italiano corretto come viene parlato alla tv e il dialetto stretto che si parla nella nuova casa. E in mezzo a tutto c’è lei, l’Arminuta, che è sempre l’una e l’altra cosa insieme, figlia di due madri e di nessuna.

Giuseppe Bonito rielabora il romanzo della Di Pietrantonio con una grandissima sensibilità, esplorando, attraverso una camera fissa, i turbamenti e i sentimenti laceranti di tutti i personaggi.

Da una parte c’è la famiglia d’origine, incapace di dimostrare affetto a questa bambina che è stata affidata piccolissima ad altri; dall’altra la famiglia adottiva che, nonostante abbia regalato una vita agiata e piena di possibilità alla ragazzina, decide di rinunciarci.

La narrazione è scarna, fatta di tanti sguardi e di pochissime parole, e il tempo del racconto risulta molto dilatato. Il regista riesce così a delineare con precisione il costruirsi di nuove relazioni familiari, che è un processo per sua natura lento.

Raccontando in modo intelligente una storia universale, in grado di toccare profondamente lo spettatore, “L’Arminuta” è un’opera delicata, intima, sincera, un film autoriale in cui spicca la grande interpretazione di Vanessa Scalera. Un film che racconta un mondo solo apparentemente lontano e che invita all’ascolto dei più piccoli ma anche dei propri sentimenti.

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