“L’assassinio del Commendatore”: atmosfere fantastiche per Murakami

Einaudi pubblica la prima parte del romanzo, con una scelta editoriale che molti lettori criticano

Come accade sempre o quasi nei libri di Murakami Haruki, anche leggendo la prima parte de “L’assassinio del Commendatore”, edito da Einaudi, ci viene chiesto di sospendere il giudizio, di accettare il fatto che questo mondo che l’autore descrive, così simile al nostro, potrebbe non essere esattamente lo stesso…

Non ci sono due Lune come in “1Q84” ma le atmosfere e le suggestioni sono molto simili. Ci sono elementi che hanno il sapore del sovrannaturale, qualcosa di macabro, qualcosa di incredibile. Quello che si va formando pagina dopo pagina è un quadro – parola non usata a caso! – complesso, che a tratti spaventa, a tratti incuriosisce, di sicuro tiene sempre avvinti.

Il protagonista, dopo essere stato lasciato dalla moglie e aver vagato per diversi mesi a bordo della sua auto, si trasferisce in un’isolata casa in mezzo ai boschi, messagli a disposizione da un vecchio amico. La casa, in passato, era appartenuta al padre dell’uomo, il grande pittore Amada Tomohiko.

Ed è qui che iniziano le “stranezze”… Nel cuore della notte il protagonista viene svegliato dal silenzio degli insetti e dal suono di una misteriosa campanella, suono che dura soltanto un’ora circa e sembra provenire dal bosco. Chi è a scuoterla? Nel fondo della cripta interrata nel bosco da cui sembra provenire si nasconde davvero qualcuno?

È solo il primo di una serie di enigmi che, va detto, come di consueto per i protagonisti di Murakami, il protagonista accetta con un certo aplomb che definirei nipponico. Personalmente non so se, davanti a certi avvenimenti, potrei mantenere questa calma, questa serenità, come se tutto fosse, bene o male, normale.

Interessantissima, oltre al protagonista e al Commendatore – di cui non vi svelo niente di più che il nome, per non guastarvi il piacere della lettura – è la figura del signor Menshiki. Quest’uomo ricco che vive da solo in una grande casa bianca in mezzo ai boschi è davvero chi dice di essere? Non nasconde niente? Il suo incontro con il pittore è solo frutto del caso?

Le domande che ci affollano la mente, alla fine del libro, sono tantissime. È anche questo il bello de “L’assassinio del Commendatore” e in generale dei romanzi di Murakami: lasciano una serie di punti interrogativi e passaggi in sospeso per cui, aspettare l’uscita del capitolo successivo (prevista per il 29 gennaio 2019), è un piacere – oltre che un obbligo morale!

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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