“L’esodo”: un film umano che affronta il tema attuale degli esodati

Ciro Formisano firma una sceneggiatura potente e drammaticamente vera. Daniela Poggi si supera

Un film di Ciro Formisano. Con Daniela Poggi, Rosaria De Cicco, Kiara Tomaselli. Drammatico, 104′. Italia, 2015

Data di uscita italiana: 9 novembre 2017

2012. Anno del governo tecnico Monti. Francesca, 60enne, si ritrova improvvisamente nella condizione di esodata, e quindi senza alcun reddito. Anche con Mary, la nipote che vive con lei, la situazione precipita, proprio a causa del disprezzo che l’adolescente prova per la miseria in cui sono piombate. Non trovando alcuna soluzione, dopo aver bussato a numerose porte Francesca finisce a mendicare in Piazza della Repubblica a Roma. Le persone che attraversano quotidianamente la piazza rimangono colpite dalla sua immagine, così distinta e così lontana dallo stereotipo della mendicante. Francesca incarna la nuova povertà italiana.

 

Lo Stato – recitano carte costituzionali e affini – è al servizio del cittadino, a cui deve garantire sicurezza, diritti e protezione. Ma quando è lui a creare disagi e povertà?

Di primo impatto potreste essere tentati di pensare che questo si verifichi solo in Paesi non democratici, governati da regimi autoritari. Ma basta osservare per qualche secondo la situazione italiana per rendersi conto che così non è.

Cosa vi dice la parola “esodato”? Niente di particolare? Tranquilli, non siete i soli. Gli italiani sono da sempre popolo afflitto da amnesie sul recente passato.

Torniamo indietro nel tempo all’autunno del 2011. Silvio Berlusconi e il suo governo si dimettono, lasciando l’Italia sull’orlo del fallimento. Per scongiurare il pericolo di “far la fine della Grecia”, viene varato un decreto “Salva Italia”, che include anche la cosiddetta legge Fornero, sul riordino del sistema pensionistico.

Non stiamo qui ad addentrarci in particolareggiate analisi sociali o economiche. Per la nostra recensione basta che sappiate che a 380.000 lavoratori che avevano maturato il diritto alla pensione questa venne negata. In sintesi queste persone si ritrovarono senza pensione e senza lavoro.

Ecco a voi gli esodati, una nuova categoria che vive nel limbo e nel vuoto normativo.

Con coraggio e un pizzico di follia, Ciro Formisano ha deciso di raccontare questa realtà nel suo primo lungometraggio, “L’esodo”.

Francesca (Poggi) non ha un lavoro, un reddito e neppure una pensione. Nonna amorevole, cerca comunque con orgoglio e onestà di occuparsi al meglio della nipote Mary, che ignora le sue difficoltà economiche.

Francesca è una “mendicante di Stato”, tradita da quello stesso Stato a cui per un’intera vita lavorativa ha versato i contributi e pagato le tasse. Costretta a chiedere l’elemosina per sopravvivere, la donna non perde mai il decoro, il sorriso e l’educazione, mostrano nobiltà d’animo e coraggio.

Daniela Poggi e David White in una scena del film. L’esodo (2015)

Piccolo film che definire low budget non basta, girato grazie a una campagna di crowfunding e all’impegno di Formisano, “L’esodo” scuote, conquista e commuove il pubblico.

Daniela Poggi, in una delle performance più intense della sua ricca carriera, è riuscita a calarsi alla perfezione nel ruolo, trasmettendo, senza cadere mai nel pietismo, tutta la forza e la dignità di questa donna.

Ciro Formisano firma una sceneggiatura semplice, lineare e incisiva, che coinvolge chi guarda. Forse la seconda parte risulta un po’ troppo melensa e buonista, ma se l’obiettivo era, oltre alla storia di denuncia, dare una voce e un volto agli esodati possiamo dire che è stato centrato in pieno.

Sul piano tecnico e stilistico il film presenta evidenti criticità, dovute in gran parte alle scarse risorse produttive disponibili, ma Formisano dimostra di essere un regista con buone potenzialità, cuore e soprattutto valori.

Presentato in anteprima al Santa Marinella Film Festival, “L’esodo” esce nelle sale il 9 novembre per Stermo Distribuzione. Un film quanto mai necessario, che porta il pubblico a riflettere sulla condizione di “invisibili” che vivono accanto a noi, che sono come noi. E che non possono venire dimenticati.

 

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