“L’imperatrice”: 3 motivi per dare una chance alla serie Netflix su Sissi

Devrim Lingnau è una protagonista credibile, nonostante i sei episodi abbiano pregi e difetti

È uscita il 29 settembre su Netflix “L’imperatrice”, la serie tedesca incentrata sulla figura dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, meglio nota come Sissi. La prima stagione, composta da sei episodi, si concentra sui primi anni di Sissi al fianco dell’imperatore Franz-Joseph, dal momento dell’incontro organizzato dalle rispettive madri, ma per far fidanzare Franz con la sorella di lei, Helene.

Sissi, duchessa del casato di Wittelsbach per nascita, coniugata Asburgo, ragazza e donna dall’animo tormentato, madre di quattro figli, assassinata a Ginevra prima di compiere sessant’anni dall’anarchico italiano Luigi Lucheni nel 1898, è uno dei personaggi storici che ha nutrito l’immaginario collettivo a partire dal Novecento, e la fantasia di registi e sceneggiatori.

La fama odierna di Sissi è legata soprattutto alla trilogia con protagonista Romy Schneider girata negli anni cinquanta da Ernst Marischka. In realtà, ben oltre la favola d’amore a cui il pubblico ha imparato a credere, la vita di Sissi venne funestata dai lutti e fu tutt’altro che perfetta. 

Ecco 3 motivi per dare una chance alla serie Netflix, senza dimenticare mai che si tratta di un progetto di fiction e che se quello che cercate è una completa aderenza alla realtà storica forse è meglio volgersi ai documentari – e alle biografie scritte.

1 LA PROSPETTIVA SCELTA PER RACCONTARE LA STORIA è interessante. Qualcuno ha lamentato il troppo spazio dedicato agli intrighi di corte e alla sfera politica, ma quanto meno è un punto di vista “nuovo”. Il personaggio di Sissi non emerge in tutta la sua complessità, ma quanto meno non ci sono solo rose e fiori e matrimoni da favola. 

2 DEVRIM LINGNAU È MOLTO BRAVA NEL RUOLO DELL’IMPERATRICE. L’attrice tedesca offre al pubblico una versione sfaccettata di Sissi, aiutata dalla suggestiva fotografia, ben lontana da quella sorridente e serena di Romy Schneider. Certo, mancano degli elementi e si sarebbe potuto fare di più (a partire dal rapporto complicato che la “vera” Sissi ebbe con il sesso e con il genere maschile). Ma questo, come ho premesso, trattandosi di fiction va sempre messo in conto. 

3

IN QUESTA SERIE VIENE DATO SPAZIO A DIVERSI PERSONAGGI, non solo ai “soliti noti”. La madre di Franz, l’arciduchessa Sophia (Melika Foroutan), viene svecchiata parecchio rispetto alla versione a cui siamo abituati; resta inflessibile ma molto più emotiva e “umana”. Il fratello dell’imperatore, l’arciduca Massimiliano, è la pecora nera della famiglia, con tutti i suoi eccessi in bella mostra. Certo, gli sceneggiatori hanno scelto di calcare forse un po’ troppo la mano con alcune caratterizzazioni, ma quanto meno i personaggi risultano più vivi e meno disegnati.

“L’imperatrice” è una serie godibile, per quanto non sia perfetta. Il personaggio di Sissi viene svecchiato e reso più realistico, rispetto alla dama sorridente dell’immaginario collettivo. Si sarebbe potuto fare di più nel racconto di questa donna che è stata anche una grande eroina tragica. Ma lo sforzo vale una visione. 

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