“La ballata di Buster Scruggs“: un’antologia western firmata dai Coen

Sei racconti, una sceneggiatura brillante, una rilettura del genere western dove vince l'individualità

Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con James Franco, Tim Blake Nelson, Zoe Kazan, Saul Rubinek, Bill Heck, Charles Ash. Western, 132’. USA 2018

Un vecchio libro che contiene sei storie sul vecchio West apre le sue pagine per trasferirle, una dopo l’altra sullo schermo. Si va da Buster Scruggs pistolero cantante fino a una diligenza stipata di persone dirette passando attraverso impiccagioni e filoni d’oro.

 

I racconti, sei, che compongono “La ballata di Buster Scruggs”, il nuovo film dei fratelli Coen presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2018, dipingono un universo western curioso e particolare, tenuto insieme da un misterioso narratore esterno che legge un vecchio libro a tema.

Protagonisti delle storie un famoso pistolero, un fenomeno da baraccone, una damigella in difficoltà, un vecchio alla ricerca dell’oro e una diligenza stipata di sconosciuti. Ogni personaggio, con alle spalle una brillante sceneggiatura e costruzione, è parte integrante del progetto globale.

“Nessuno fa più film antologici oggi giorno – ha dichiarato Joel Coen in conferenza stampa – e sicuramente non western”. Eppure, dopo “Il Grinta” (2010), ecco tornare in sella i fratelli Coen, con una pellicola tutta sparatorie, cowboy e saloon.

Se c’è qualcosa di diverso, è che i tratti iconici del genere lasciano spazio a storie brevi, incredibili, correlate le une alle altre ma comunque importanti a modo loro, in quanto tali. Ognuna ha alle spalle un’ambientazione geografica diversa, e la troupe ha dovuto viaggiare molto per ottenere un risultato soddisfacente.

Inutile cercare di definire la regia spettacolare e geniale dei fratelli, che poggia su una sceneggiatura sublime. Come di consueto nei loro progetti le battute sono brillanti, divertenti o taglienti, costruite con un linguaggio filmico e stilistico impeccabile.

“La ballata di Buster Scruggs”, insomma, è un western sui generis, che cerca di non fossilizzarsi ma piuttosto di proporsi come esperimento innovativo. In perfetto stile fratelli Coen.

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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