“La bambina che non voleva cantare”: su Rai1 la storia di Nada Malanima

Tecla Insolia presta il volto alla cantante adolescente, nel bel film di Costanza Quadriglio

Un film di Costanza Quadriglio. Con Carolina Crescentini, Sergio Albelli, Tecla Insolia, Paolo Calabresi, Giulietta Rebeggiani. Biopic. Italia 2021

Anni ’60. La piccola Nada vive nella campagna toscana con i genitori, la sorella e la nonna. Ha talento per il canto ma non la passione. Per far contenta la madre depressa, decide però di assecondarne il desiderio di vederla sul palco: così, a 15 anni, debutta al Festival di Sanremo 1969.

 

La storia di Nada Malanima, il percorso umano e artistico che ha portato una ragazzina di provincia a imporsi come icona della canzone italiana, dagli anni ‘70 fino ai giorni nostri, il complesso rapporto con la madre, rivivono in “La bambina che non voleva cantare”, in onda su Rai1 oggi, mercoledì 10 marzo.

Liberamente ispirato al libro “Il mio cuore umano” di Nada, il film tv, diretto da Costanza Quadriglio, che aveva già realizzato il documentario omonimo, non si limita a raccontare gli esordi di una luminosa carriera musicale, iniziata quando Nada non aveva ancora sedici anni, ma parla dei sentimenti, le motivazioni, le ferite, il coraggio che hanno portato “la bambina che non voleva cantare” a diventare un personaggio.

Il film si concentra sulla piccola Nada, sui suoi sogni, sulla sua vita semplice in Toscana, e in modo particolare sul rapporto tra lei e la madre Viviana (Crescentini), che soffre di depressione. Apparentemente sembra che l’unica cura per la donna sia la voce della figlia, in grado quasi di ridestarla. Pur non amando cantare e non volendo diventare una cantante, la ragazzina si sente spinta a farlo, per il bene della mamma.

Foto Credits: Fabrizio Di Giulio

Un po’ favola, un po’ racconto autobiografico, “La bambina che non voleva cantare” finisce per veicolare sentimenti universali e condivisi: il potere del talento, il timore dell’abbandono, la forza dell’amore.

Attorno alla Nada bambina e poi adolescente (interpretata da un’intensa Tecla Insolia) si muovono una serie di personaggi vitali, che servono, come in ogni favola che si rispetti, da “strumenti” per la crescita della protagonista.

Un racconto intimo, puro ed estremamente dolce che diventa anche un viaggio nella canzone italiana degli anni ‘70 e ‘80. Un modo per conoscere la tradizione della nostra musica, per ricordare chi siamo e da dove veniamo.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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