“La bella e le bestie”: una giovane lotta contro il sistema tunisino

Kaouther Ben Hania dirige un film pungente e amaro sul mondo dopo la Primavera araba

Un film di Kaouther Ben Hania. Con Mariam Al Ferjani, Chanem Zrelli, Noomane, Mohamed Akkari, Chedly Arfaoui, Anissa Daoud, Mourad Charsalli. Titolo originale: Aala Kaf Ifrit. Drammatico, 104’. Tunisia, Francia, Svezia, Norvegia, Libano, Svizzera, 2017

Tunisi ai giorni nostri. Miriam ha 21 anni e una gran voglia di festeggiare: ha organizzato un party per studenti universitari dove gli ospiti sono invitati a “fare tutto quello che vogliono”. Al party Miriam incrocia lo sguardo con Yussef, un bel ragazzo che non le toglie gli occhi di dosso. I due escono insieme nella notte stellata, diretti alla spiaggia poco distante. Nella scena successiva Miriam è in fuga, terrorizzata, e ha addosso i segni di una violenza appena subita. È l’inizio di una notte di incubo in cui la ragazza si confronterà con la polizia, il sistema sanitario e l’intera società tunisina, della quale lei – in quanto giovane donna – rappresenta la componente più vulnerabile.

 

La primavera araba, che tra il 2010 e il 2011 ha contribuito a spazzare via alcuni dei regimi oppressivi e antidemocratici del Nord Africa e del Medio Oriente, aveva generato grandi speranze tra i giovani, convinti di poter ottenere diritti civili e una libertà, anche di pensiero, fino a quel momento negata.

Da osservatori esterni, a sei anni da quella stagione, ci chiediamo se le trasformazioni auspicate sul momento si siano verificate davvero, se la mentalità araba abbia subito una svolta libertaria, anche per ciò che riguarda i diritti delle donne.

Ad esempio, una giovane donna tunisina, oggi, gode di maggior rispetto e considerazione rispetto al passato? Trova più semplice, in caso di bisogno, fare ascoltare la propria voce e vedere rispettati i propri diritti?

Una risposta, non politica o sociologica ma cinematografica, la fornisce la regista Kaounther Ben Hania in “La bella e le bestie”, ispirato a una storia vera, presentato in concorso nella sezione Un certain regard del Festival del cinema di Cannes 2017.

La struttura narrativa del film è vincente, nel suo scandire la notte di passione di Miriam in nove micro-atti, capaci di coinvolgere lo spettatore per intensità, ritmo e dialoghi brillanti e incisivi.

La sceneggiatura è pungente, amara, ironica nel suo voler mostrare come la Tunisia post primavera araba sia cambiata poco quanto a mentalità e considerazione nei confronti delle donne.

Un film che suscita allo stesso tempo una rabbiosa ilarità e una forte incredulità, nel realizzare come, nel 2018, una donna vittima di stupro possa essere considerata non completamente innocente.

Una storia costruita su misura sul talento e la fisicità di Mariam Al Ferjani, convincente e credibile nel ruolo. L’attrice lotta, piange, si dispera senza che il suo personaggio risulti mai eccessivo o caricaturato. Il resto del cast è di assoluto valore e meritevole di menzione.

Forse la regia di Kaouther Ben Hania ha un respiro più televisivo che cinematografico, ma un quid artistico si riesce comunque a vedere e apprezzare.

La Tunisia non è lontana anni luce da noi, e questa storia merita di essere vista perché, purtroppo, ricalca quella di tante altre donne in giro per il mondo.

 

Il biglietto da acquistare per “La bella e le bestie” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre
(con riserva)

 

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