La casa del sonno, Jonathan Coe

La casa del sonnoCuore di questo romanzo è un edificio abbarbicato in cima a uno scoglio a picco sull’oceano: la “casa del sonno” del titolo. Nei primi anni Ottanta è un alloggio per studenti universitari. È qui che si incontrano, si sfiorano o s’ignorano i destini dei personaggi. 


 

Faccio parte di vari gruppi di lettura su Facebook – li trovo utilissimi per scoprire nuovi titoli e per scegliere libri di generi diversi da quelli che di solito prediligo. Il tema di uno di questi gruppi era il tempo. Ogni partecipante doveva scegliere un romanzo che contenesse nella trama riferimenti al tempo, oppure che meglio rappresentasse per lui la resa nero su bianco di questo concetto. Non sapendo per cosa optare, mi sono rivolta alla Biblioteca comunale del paese in cui abito e qui mi hanno consigliato un libro che non conoscevo, di un autore che non conoscevo.

Jonathan Coe è stato prima insegnante di poesia inglese all’Università di Warwick, ha lavorato in seguito nel campo musicale, come correttero di bozze e poi come scrittore. E il suo romanzo è uno i quelli che io mi sento di consigliare a tutti.

Nella Casa del sonno si racconta la storia di un gruppo di personaggi, da quando sono studenti universitari, nei primi anni ’80, e vivono tutti insieme nel dormitorio di Ashdown. Ci sono Gregory, che studia medicina e ha la mania di spiare il sonno altrui, e Veronica, lesbica ultra-politicizzata e appassionata di teatro. Poi Terry, che dorme quattordici ore al giorno e quando è sveglio sogna di girare un film che richiederà cinquant’anni di riprese, e Robert, romantico studente di lettere che scrive poesie d’amore per Sarah, di cui è innamorato. E c’è, appunto, Sarah, intorno alla quale girano le vicende di tutti gli altri. Il libro ripercorre dodici anni della vita di questo gruppo variegato di caratteri, alternando i capitoli dal passato a quelli del futuro, e unendo il tutto sotto un unico filo logico. Dodici anni anni dopo il college Ashdown è diventato una clinica dove si cura la narcolessia, mentre nei sotterranei si svolgono oscuri esperimenti… Ma da quello che un tempo è stato il loro dormitorio tutti i personaggi passeranno nuovamente.

Questo libro mi è piaciuto perché quella di Coe è una scrittura leggera, ma allo stesso tempo importante. Uno stile che ti porta a riflettere, ma facendo uso dell’ironia. La narrazione segue un’architettura precisa e procede per coincidenze e incastri.

Il sonno è la parole chiave per capire tanti personaggi: chi considera dormire una perdita di tempo e ne esce ossessionato; chi ha sempre dormito, ma anni dopo non ci riesce più e ciò nonostante non considera questo un problema, perché così potrà avere successo nel suo lavoro. Questo è un romanzo che racconta le difficoltà insite nel processo di crescita, gli errori e le scelte sbagliate che la vita ci porta a fare. Ma insegna anche che, talvolta, è possibile rimediare.

Ecco perché, tornando al gruppo di lettura di cui vi parlavo, La casa del sonno mi ha fatto pensare al tempo. Al tempo che ci cambia, e alle cose che si succedono nel percorso. E a come le persone, col passare del tempo, non sempre si dimostrino essere quelle che credevamo. Per loro, talvolta, facciamo azioni e compiamo scelte di cui poi ci pentiamo. Ma il passare dei mesi e degli anni porta anche a riflettere, a capire chi siamo, chi non siamo, chi non vogliamo essere. Tirando le somme, il tempo è un alleato più che un nemico.

 

 Feltrinelli Editore 
Universale Economica 
gennaio 2013 

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Valeria Arciuolo
Ligure di origini, vive in provincia di Novara da tre anni a questa parte per amore e per lavoro. Mamma blogger, adora il cinema, la lettura, l’arte e la moda. Scrive per diverse testate e spera in futuro di portare avanti un progetto tutto suo.

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