“La mélodie”: quando il riscatto passa attraverso la passione per la musica

L'opera prima del regista Rachid Hami è un film emozionante, piacevole nel suo essere lineare

di Alessandra Pappalardo

 

Un film di Rachid Hami. Con Kad Merad, Samir Guesmi, Alfred Renely, Jean-Luc Vincent, Tatiana Rojo. Drammatico, 102′. Francia, 2017

Simon è un violinista che al momento non ha ingaggi e accetta di tenere un corso sullo strumento a una classe di allievi di scuola media inferiore che vivono in condizioni socio ambientali non facili. L’inizio non è semplice perché i ragazzi sono provocatori e sembrano interessati solo a creare disturbo. Progressivamente però il loro interesse si concretizza e del gruppo entra anche a far parte Arnold uno studente di origine centroafricana che non ha mai conosciuto suo padre e che è particolarmente dotato per lo strumento. L’obiettivo della classe è arrivare al concerto di fine d’anno della Filarmonica di Parigi. Gli ostacoli non mancheranno.

 

Una storia ricca di dolcezza e speranza, dove la musica diventa strumento di riscatto. Arriva al cinema, dopo essere stato presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia, “La mélodie” di Rachid Hami.

Simon (Merad) è un violinista alla soglia dei cinquanta, ha dei metodi didattici molto rigidi e fatica a entrare in sintonia con gli studenti di una scuola della periferia di Parigi dove è chiamato a tenere un corso, in attesa di un ingaggio.

Arnold è uno studente di origine centroafricana, timido e insicuro. Affascinato dal mondo della musica, scopre la sua passione per il violino proprio grazie al burbero Simon.

Pur non spiccando per l’originalità della trama (il motivo del rapporto insegnante-studenti, ad esempio, viene riproposto in chiave piuttosto classica), la pellicola risulta ben orchestrata, piacevole da vedere.

L’arte – e nello specifico la musica – è il filo invisibile che permette alle persone di avvicinarsi, ma anche un mezzo per riscattarsi ed evolvere.

Film d’esordio del regista, algerino d’origine e naturalizzato francese, piacerà soprattutto a chi ama le storie lineari, quelle capaci di emozionare senza tanti scossoni.

 

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