“La mia seconda volta”: un film sulle scelte e sulle loro conseguenze

Ispirato alla storia di vera di Giorgia Benusiglio, un film dalle nobili intenzioni ma dalla riuscita dubbia

Un film di Alberto Gelpi. Con Simone Riccioni, Mariachiara Di Mitri, Aurora Ruffino, Daniela Poggi, Federico Russo. Drammatico. Italia 2019

Giorgia frequenta il liceo artistico in una cittadina di provincia e ha un buon amico in Luca, un suo compagno di classe gay, inoltre ha talento nel realizzare orecchini con materiali di riciclo, che suscitano l’interesse di Giorgio, un giovane proprietario di un laboratorio di oreficeria. L’unico segnale di disagio che esprime è il desiderio di trasferirsi a Roma per seguire un corso, cosa che suo padre le proibisce. Sembra invece molto più irrequieta Ludovica, che racconta di essere stata brevemente in una clinica per disintossicarsi e sogna di diventare scenografa al fianco del suo docente alle Belle Arti, ma che finisce per essere seguita nella tesi dall’assistente di quest’ultimo, Davide, ovvero il fratello maggiore di Giorgia.

 

Ispirato alla storia di vera di Giorgia Benusiglio, che non ancora diciottenne assunse mezza pasticca di ecstasy, finì in coma e venne salvata da un trapianto di fegato e da una donatrice che le insegnò a guardare la vita da un punto di vista diverso, “La mia seconda volta” è un film sull’importanza delle scelte.

Racconto di formazione con un dichiarato intento pedagogico, la narrazione si divide tra la provincia soffocante e poco stimolante dove la protagonista vive e un altro luogo, non tanto onirico ma piuttosto lo specchio del mondo interiore di Giorgia, fiabesco ma dolorosamente reale, che ricorda una sorta di accampamento circense.

Didascalico e forzatamente letterale in alcuni punti, con uscite filosofiche sull’importanza delle cicatrici e sul loro rimarginarsi pur lasciando sempre una traccia, “La mia seconda volta” alterna citazioni impegnative a scene da fiction fino a condurci, grazie a una voce fuori campo, verso il finale in modo naturale.

La regia rimane sempre abbastanza convenzionale, a eccezione delle scene oniriche dove Alberto Gelpi sembra voler osare di più.

Tra amori sbagliati, amicizie inattese, la passione per la creazione artistica, “La mia seconda volta” è un film sulle scelte e sulle loro conseguenze, un monito per i giovani. La vita è una sola e non va buttata via, perché contrariamente a quanto si tende a pensare oggi, non sempre si può tornare indietro.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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