Juliette vive e Parigi e ha una vita monotona e piuttosto prevedibile. Agente immobiliare, ripete tutti i giorni la medesima routine: sveglia, metrò, lavoro. Stesso percorso, stesse fermate, stesso orario.

Lettrice incallita, di tanto in tanto alzando gli occhi dal suo libro, ama scrutare tra le pagine dei compagni di viaggio: l’appassionato di insetti, la ragazza che ama i romanzi rosa e si commuove sempre a pagina 247, la studentessa di matematica…

Un giorno, d’improvviso, Juliette decide di scendere qualche fermata prima del solito. Quella decisione, tanto banale, cambierà tutto. Per strada incontra infatti Zaide, una bimbetta sveglia ed esuberante che le presenta suo padre, Soliman, uomo di mezza età che vive circondato da migliaia di vecchi libri, convinto che ogni volume abbia “un’anima” e che, se donato alla persona giusta, possa cambiare il corso degli eventi.

La ragazza che leggeva nel metrò di Cristine Féret-Fleury, pubblicato lo scorso maggio da Sperling & Kupfer, è una favola moderna, un omaggio ai libri, al loro intrinseco valore e alla magia che sono in grado di donare al lettore attento.

Un esplicito invito alla lettura, anche, che acquista ancora maggiore importanza in un difficile momento come quello che viviamo oggi, in cui la pandemia di Coronavirus ci costringe a rimanere a casa.

Per quanto l’intento del romanzo sia encomiabile, questo purtroppo stenta a decollare, lasciando il lettore nel complesso deluso e scarsamente ispirato. La narrazione procede lenta, troppo lenta, e manca del tutto quel guizzo che possa incuriosire e mantenere avvinti fino all’ultimo.

 

Previous article“Freud”: casi e analisi tra horror e thriller con il padre della psicanalisi
Next article“Il museo delle promesse infrante”: recensione del libro di E. Buchan
Elena D'Alessandri
Laureata in sociologia, un master in relazioni internazionali e uno in interpretariato e traduzione, dopo sei anni ad IsICult come ricercatrice prima e responsabile di ricerca poi, dal 2015 al 2018 ha lavorato come ricercatrice associata presso l'Istituto Universitario Europeo (EUI) di Firenze. Come giornalista ha collaborato con "Il Manifesto", con il mensile del Gruppo Il Sole24Ore, "Millecanali" e con "L'Opinione". Attualmente scrive per "Il Giornale Off", per "Articolo21" e per "Mentelocale", occupandosi di cultura e cinema.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here