“La ragazza invisibile”: recensione del romanzo di Blue Jeans

L'esordio nel mondo della suspense dell'autore spagnolo, edito da DeA Planeta, è riuscito e convincente

L‘esordio di Blue Jeans – pseudonimo dello scrittore Francisco de Paula Fernández González, molto apprezzato in Spagna e Sud America – nel mondo della suspense, La ragazza invisibile, edito in Italia da DeA Planeta, è sicuramente un romanzo intrigante.

Una mattina di maggio la diciassettenne Aurora Ríos viene trovata morta nella palestra della scuola. Qualcuno le ha inflitto un colpo fortissimo alla testa e ha abbandonato vicino al corpo uno strano indizio: una bussola. È forse questo il primo momento in cui i compagni si accorgono veramente di lei, fino a quel momento la “ragazza invisibile”.

A interrogarsi su chi possa essere il colpevole del delitto, è in special modo Julia Plaza, compagna di classe di Aurora, dall’intelligenza straordinaria e dalla memoria prodigiosa. Quasi per gioco, e con l’aiuto del suo migliore amico Emilio, la ragazza inizia a indagare sul delitto…

Il ritmo della storia è serrato e implacabile; la trama ben calibrata e ricca di colpi di scena. All’identificazione del colpevole si arriva per gradi, e la soluzione del caso è imprevedibile, di quelle che davvero, fino alla fine, non sei sicuro di riuscire a indovinare. E poi c’è il finale, inaspettato, apertissimo, quasi beffardo.

Solo due passaggi non mi hanno convinta del tutto, di “La ragazza invisibile“.

Il primo è il comportamento della seconda vittima – di cui non vi svelerò il nome, per preservare la suspense. Immaginate di pensare di aver scoperto chi sia l’assassino di una vostra compagna di classe: vi presentereste mai, da sole, a un appuntamento con questo fantomatico personaggio? Senza avvertire nessuno – parenti, amici, forze dell’ordine? Senza prendere delle precauzioni? Ecco, la nostra vittima lo fa.

E prima di andare incontro al suo destino ha anche la bella idea di lasciare sì scritto chi sia questo tizio… ma in forma criptica ed enigmatica! Così che l’amica Julia – a cui ha lasciato un biglietto – debba lambiccarsi il cervello, e non poco, prima di arrivare alla soluzione. La sensazione è che questa scelta di trama sia molto forzata, inserita solo per mettere in luce – ancora una volta e se mai ce ne fosse bisogno – l’intelligenza della protagonista.

Il secondo elemento che non mi ha convinto ha a che fare proprio con lei, Julia. Chiaramente essendo lei la protagonista di fatto di questo libro, “l’investigatrice” non ufficiale attraverso cui arriviamo a svelare il mistero, in qualche modo doveva aquisire elementi sulle indagini fuori dalla sua portata. Che però a raccontare tutto a una ragazza di 17 anni siano proprio i genitori – rispettivamente ispettore della polizia locale e medico legale – concedetemi che risulta un po’ troppo.

Mammà e papà sembrano farsi degli scrupoli… ma poi la mettono a parte di tutto! Anche di dettagli riservati delle indagini, anche di particolari importanti. E lo fanno in barba al segreto professionale, e pure al fatto che Julia dica loro apertamente che non si terrà niente per lei ma condividerà tutto con Emilio. Quando si dice due genitori all’avanguardia!

Nonostante questi due elementi, “La ragazza invisibile” mi è piaciuto molto. L’ho trovato un thriller intrigante, pur nella sua ambientazione circoscritta e scolastica. C’era il rischio di trovarsi davanti una storia trita, già letta e riletta, e invece l’autore è riuscito a essere innovativo. Un gran bell’esordio.

 

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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