“La vita invisibile di Eurídice Gusmão”: una sincera storia di sorellanza

Karim Aïnouz dirige un "melodramma tropicale", ambientato nella Rio de Janeiro degli anni '50

Un film di Karim Aïnouz. Con Fernanda Montenegro, Carol Duarte, Gregório Duvivier, Cristina Pereira, Flavio Bauraqui, Júlia Stockler. Drammatico, 139′. Brasile 2019

Rio de Janeiro, 1950. Euridice e Guida sono due sorelle inseparabili di 18 e 20 anni. Una sogna di diventare una pianista, l’altra di trovare il vero amore. Costrette a vivere separate per colpa del padre, prenderanno in mano il proprio destino senza rinunciare mai alla speranza di ritrovarsi.

 

Dal Brasile, terra di telenovelas e melodrammi, arriva in concorso nella sezione Un certain regard di Cannes 2019 – con buone chance di vittoria – “La vita invisibile di Eurídice Gusmão” di Karim Aïnouz.

La sinossi ufficiale parla di “tropical melodramma”, e dopo aver visto la prima mezz’ora, eccessivamente lenta e melensa, iniziavo a temere che mi sarei dovuto sorbire oltre due ore di simil soap opera con pretese autoriali.

Per fortuna non mi sono data alla fuga, e ho avuto modo di veder dissolvere pregiudizi e timori, grazie anche a un intreccio originale e alla bella prova delle due protagoniste, Carol Duarte (Eurídice) e Júlia Stockler (Guida).

“La vita invisibile di Eurídice Gusmão” è una sincera storia di sorellanza ambientata nella Rio de Janeiro degli anni ’50, contesto in cui le donne non potevano aspirare ad altro che essere mogli (in matrimoni combinati dalle famiglie) e madri.

Le sorelle Gusmão, invece, hanno altri progetti. Eurídice sogna di studiare piano al Conservatorio di Vienna; Guida, passionale quanto romantica, fugge con un marinaio, convinta che sia l’amore della sua vita. Rinnegata dal padre Alfonso, la ragazza verrà allantonata fisicamente dall’amata sorella. Ma le due non smetteranno mai di cercare di ritrovarsi.

Il film di Aïnouz è una sorta di versione femminile e fraterna di “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez, con le due protagoniste colpevoli solo di voler essere indipendenti e libere di amare chi e cosa vogliono.

Il finale agrodolce lascia al commosso spettatore la certezza che né una bugia né lo scorrere inesorabile del tempo possano spezzare un sincero legame tra sorelle. E un po’ le invidiamo, Eurídice e Guida, visto che dalle nostre parti si dice “parenti serpenti”…

 

Il biglietto da acquistare per “La vita invisibile di Eurìdice Gusmão” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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