“Land of dreams”: un film visivamente audace e concettualmente originale

Sheila Vand si cala anima e corpo nel suo personaggio, ben supportata dal resto del cast

Un film di Shoja Azari, Shirin Neshat. Con Sheila Vand, Matt Dillon, William Moseley, Anna Gunn, Isabella Rossellini. Commedia, 113′. USA, Germania, Qatar 2021

In un prossimo futuro, l’America ha chiuso i suoi confini ed è diventata più insulare che mai. Simin è una donna iraniana che intraprende un viaggio alla scoperta di ciò che significa essere un cittadino americano libero. Simin lavora per la più importante agenzia governativa del suo tempo, il Census Bureau. Nel tentativo di comprendere e controllare la sua popolazione, il governo ha avviato un programma per registrare i sogni dei cittadini. Simin, uno dei principali acchiappasogni del Census Bureau, non è a conoscenza di questo subdolo complotto. Lei stessa, essendo tra gli ultimi immigrati ammessi nel paese, è combattuta tra il suo apprezzamento per l’accettazione dell’America, la compassione che prova per coloro dei quali sta registrando i sogni e la verità che intende trovare al loro interno. L’incontro con Mark, un girovago, un’anima libera e un poeta, e poi con Alan, un cowboy cinico diventato poliziotto, maschilista e con il tipico spirito di avventura americano, la portano a mettere in dubbio la strategia di sopravvivenza che ha messo in atto fino a quel momento…

 

Non me voglia la coppia di registi iraniani Shoja Azari e Shirin Neshat ma la mia prima reazione dopo aver visto il loro “Land of dreams”, presentato nella sezione Orizzonti Extra di Venezia 2021, è stata secca quanta sincera: lo spettatore entra davvero nel mondo dei sogni, guardandolo.

Battute a parte, dopo una buona tazza di caffè, cerco di spiegarvi un po’ meglio le mie sensazioni. 

“Land of dreams” è il classico film festivaliero, che però fuori da questo dotto quanto elitario circuito rischia d’essere visto da pochi, pochissimi spettatori. Si tratta di un film onirico, ironico, surreale, tragicomico che rievoca lo stile, i toni e soprattutto il gusto estetico del geniale quanto folle David Lynch.

Difficile inserirlo in un preciso genere, dal momento che nella sceneggiatura coesistono elementi dispotici, altri da commedia grottesca e un’anima politica, che si interroga e riflette sulle strategie americane in tema di immigrazione e controllo della popolazione.

I registi immaginano la creazione, in un prossimo futuro, di un Census Bureau a stelle e strisce, un’agenzia governativa che ha il compito di registrate i sogni delle persone. Al fine di garantire la sicurezza collettiva, certo. Ma dalla registrazione alla manipolazione il passo è breve… 

La protagonista Simin, americana di origine iraniana, è uno dei principali acchiappasogni del Bureau. Oltre a far molto bene il suo lavoro, Simin registra i sogni più curiosi dei suoi intervistati, e poi li interpreta in lingua farsi e li pubblica sui social media dove i suoi follower iraniani aumentano sempre di più. Sospesa tra la società in cui vive e le sue radici, senza amici o spasimanti, Simin ha creato questo mondo di finzione e fantasia per sfuggire a quello reale.

“Il film si ispira alla nostra esperienza di immigrati iraniani in America dagli anni Settanta e alla percezione della cultura americana di un francese come lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière – si legge nelle note alla regia. – È il prodotto delle nostre sensibilità e dei nostri punti di vista di stranieri nei confronti di una nazione che amiamo, ma che osiamo criticare.”

Sheila Vand si cala anima e corpo nel suo personaggio, reggendo praticamente da sola il peso del film. La sua performance è intensa, magnetica, creativa e umana, e a brillare la aiutano anche due attori esperti e istrionici come Matt Dillon e Isabella Rossellini.

Nonostante il buon cast e le buone intenzioni, “Land of dreams” finisce per cadere in una deriva autoreferenziale fastidiosa. La sceneggiatura è dispersiva, lunga e ridondante, e il film dura troppo (probabilmente qualche saggio taglio avrebbe aiutato a rendere la visione meno pesante e il ritmo più brioso). 

Comunque un progetto apprezzabile per l’audacia visiva e l’originalità dell’idea di partenza.

 

Il biglietto da acquistare per “Land of dreams” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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