“Landscapers – Un crimine quasi perfetto”: quando l’amore è tremendo

La miniserie in 4 episodi racconta la storia vera dei coniugi Susan e Christopher Edwards

Una miniserie di Will Sharpe. Con Olivia Colman, David Thewlis, Kate O’Flynn, Dipo Ola, Daniel Rigby. Commedia nera, drammatico. Regno Unito, USA. 2021

 

Esiste davvero il fantomatico delitto perfetto? E l’assassino-tipo, le cui caratteristiche saltano subito all’occhio? I fatti di cronaca sembrerebbero dimostrare di no.

Se cinema e letteratura si sono sbizzarriti nell’immaginare delitti impossibili e assassini spietati, la realtà ci ha mostrato come spesso i crimini peggiori – e talvolta insoluti – vengano realizzati da persone che i vicini, dopo, definiscono come “normalissime e insospettabili”.

La miniserie “Landscapers – Un crimine quasi perfetto”, coproduzione Sky ed HBO, disponibile su Sky e NOW, è il racconto in quattro episodi di un duplice omicidio tenuto nascosto per anni e di una diabolica truffa al sistema pensionistico inglese messa in atto da una coppia di insospettabili, Susan (Colman) e Christopher (Thewlis) Edwards.

Gli sceneggiatori Ed Sinclair e Will Sharpe hanno sviluppato la storia come una sorta di commedia nera dal tono surreale, quasi grottesco, e allo stesso tempo romantico. Ponendo domande – i genitori di lei hanno avuto davvero quello che meritavano oppure Susan e il marito hanno agito solo per interesse personale? – senza però dare risposte.

Quando conosciamo i protagonisti, questi risiedono in Francia e cercano di tirare avanti con le poche entrate disponibili. Sono affiatati e innamorati, legati dalla passione per il cinema. Lei ama i film western e Cary Grant; lui ha una sorta di ossessione per Gérard Depardieu. L’apparente normalità della coppia si infrange quando Christopher, disperato, telefona alla matrigna per avere un aiuto e finisce per confessarle quello che lui e la moglie hanno fatto anni prima…

Susan e Christopher Edwards sono stati condannati nel 2014 a 25 anni di carcere per l’omicidio premeditato, motivato da interessi economici, dei genitori di lei, William e Patricia Wycherley, compiuto 15 anni prima, nel 1998. I due hanno però sempre sostenuto che si sia trattato invece di una sorta di incidente, conseguenza degli abusi a lungo subiti da Susan.

L’indagine, gli interrogatori, il processo e infine la condanna sono rievocati e messi in scena nella miniserie con un taglio originale e onirico, facendo prevalere l’aspetto umano e intimo della coppia rispetto all’elemento crime.

Nonostante nel corso dei quattro episodi emergano dettagli macabri quanto inaspettati sul duplice omicidio e su come questo sia stato coperto per quindici anni, a colpire il pubblico sono soprattutto le dinamiche interne alla coppia, le fragilità e le contraddizioni dei due personaggi, che appaiono ora come cinici disposti a tutto, ora come anime ingenue e smarrite.

Sentimenti, sensazioni, suggestioni e toni si alternano sullo schermo, e questo flusso è reso ancora più naturale dalla rottura della quarta parete, che crea una forte connessione tra quello che accade sullo schermo e il pubblico.

Il regista Will Sharpe ha optato per una regia atipica e suggestiva, rievocando i vari passaggi del crimine, mostrando i teatri e gli operatori, passando dal colore al bianco nero per esaltare il momento psicologico del personaggio.

Olivia Colman e David Thewlis sono i mattatori di questa ballata tragicomica, umani e credibili nei rispettivi ruoli e perfetti in coppia. Il legame morboso che unisce Susan e Christopher viene messo in scena in modo vivido, intenso, quasi poetico e questo ci impedisce di esprimere verso di loro una condanna senza appello.

“Landscapers – Un crimine quasi perfetto” è una tragedia criminosa, una storia d’inganni, il racconto di una truffa. Eppure, al termine della visione, lo spettatore avverte come la sensazione di essersi trovato davanti anche una pagina d’amore. Tremenda e perversa, certo, ma difficile da dimenticare.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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