“Last flag flying”: la crisi di un Paese raccontata attraverso il quotidiano

Richard Linklater dirige un road movie particolare, della memoria, che spinge a riflettere sulla politica

di Valentino Eletti

 

Un film di Richard Linklater. Con Steve Carrell, Laurence Fishburne, Bryan Cranston. Drammatico, 125′. USA, 2017.

Dicembre, 2003. Larry ‘Doc’ Shepherd, ex marine congedato senza onore, ha perso un figlio in Iraq e vuole riportarlo a casa. Rimasto vedovo, chiede aiuto a due vecchi commilitoni che non vede da trent’anni. Sal Nealon, insofferente alle regole, gestisce pigramente un bar in Virginia, Richard Mueller, ex alcolista, serve in chiesa come pastore. Con loro Larry ha condiviso il Vietnam e il suo abisso, a loro Larry può confessare la sua perdita e il suo dolore. A bordo di automobili e furgoni, di pullman e treni, i tre veterani accompagneranno l’ultimo viaggio di un giovane marine attraverso l’America fino al New Hampshire.

 

Un ex soldato della marina, Larry Shepard (Carrell), parte alla ricerca di due suoi commilitoni con i quali aveva servito in Vietnam. Sono passati 30 anni da quel momento e le loro vite hanno preso direzioni diverse e quasi opposte.

L’America è sicuramente cambiata, ma meno di quanto sembra. La vicenda si svolge nel 2003, all’apice di un’altra guerra, quella in Iraq. Veniamo a sapere poi che Larry Shepard ha appena perso suo figlio, anch’egli un soldato, e per questo chiede ai suoi due ex brothers in arms di accompagnarlo nella sepoltura.

Comincia così Last flag flyng” di Richard Linklater, un inusuale road movie della memoria, una memoria che è fatta di riflessioni sulla storia americana, e che perciò può sembrare limitata ad una realtà diversa da quella che ci appartiene. Eppure il rapporto che si forma tra i tre personaggi e i loro discorsi hanno un afflato universale che riesce a toccare anche chi è lontano da questa ferita transgenerazionale.

Del trio, a parte Larry, fanno parte Richard Mueller (Fishburne), che ha provato a dimenticare l’esperienza della guerra diventando reverendo e abbracciando la religione, e Sal (Cranston), che gestisce un bar e ha coltivato, nei decenni, un tagliente cinismo pieno di risentimento. L’incontro/scontro tra queste due anime diverse aiuterà Larry ad affrontare il suo lutto.

Il film, che non perde mai un senso di umana leggerezza, racconta il viaggio dei tre uomini, uniti da uno stesso trauma, la guerra. E alla fine del viaggio, e lo spettatore lo intuisce dal primo momento, ci sarà la sepoltura del figlio.

La pellicola è anche un’acuta riflessione politica sulla guerra, sul modo con cui una nazione tenti di appropriarsi, tramite una retorica rassicurante, della memoria dei caduti. Per lo stato i soldati sono tutti eroi, tutti morti con onore. Ma è qui che sia l’insubordinato Sal sia il reverendo aiutano Larry a ribaltare questa bugia, a prendere la salma per seppellirla non come un soldato, un martire o un eroe ma, più semplicemente, come un figlio.

 

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