“Le ereditiere”: una storia che offre molteplici chiavi di lettura

Ana Brun, Orso d'argento come migliore attrice al Festival di Berlino, è sorprendente e sottile

Un film di Marcelo Martinessi. Con Patricia Abente, Margarita Irun, Ana Ivanova Villagra, Ana Brun. Drammatico, 95′. Paraguay 2017

Asuncion, Paraguay. Chela e Chiquita convivono da 30 anni ed entrambe discendono da famiglie facoltose. Recentemente però la loro situazione economica è cambiata e si trovano costrette a vendere un po’ alla volta i beni che avevano ereditato. Quando il loro indebitamento diventa tale da spingere Chiquita alla frode con conseguente arresto, Chela deve prendere atto della nuova realtà tornando a guidare la vecchia auto per trasportare anziane signore dell’alta società. Ha così l’opportunità di conoscere Angy che la spinge ad uscire dalla gabbia che si è costruita attorno.

 

Debutto avvincente del regista paraguaiano Marcelo Martinessi, “Le ereditiere” mette al centro della narrazione due donne provenienti da famiglie benestanti di Asunción, in Paraguay, Chela (Brun) e Chiquita (Irun), che convivono da oltre trent’anni. Il degrado della loro situazione economica mette in crisi un rapporto ormai usurato dal tempo.

Chi conosce poco la situazione socio-economica del Paraguay – paese dove la disparità tra le classi sociali è enorme e la mobilità praticamente inesistente – potrà apprezzare il versante umano e sentimentale del film. Chi invece ha conoscenze maggiori riuscirà a vedere oltre.

In ogni caso “Le ereditiere” è una pellicola ben diretta, ben strutturate e soprattutto bene interpretata. Ana Brun, Orso d’argento per la migliore attrice al Festival di Berlino 2018, è sorprendente e sottile. Inarcando soltanto un sopracciglio, riesce a trasmettere brillantemente il disorientamento di una donna che ha sempre fatto affidamento sugli altri per soddisfare i suoi bisogni e i suoi capricci.

Il tema della prigionia è sempre presente. Il modo in cui Martinessi inquadra Chela nel corso del film è significativo in questo senso: il personaggio viene relegato all’interno di cornici, di porte, finestre e persino dietro porte parzialmente chiuse. Questo la limita, e sta a indicare il suo essere repressa – dalla compagna e in generale dalla società.

Film incentrato sulle donne, dove gli uomini compaiono solo come presenze periferiche, “Le ereditiere” combina acutamente sottigliezza, malinconia e osservazione satirica. Dall’ombra emerge, poco a poco, il ritratto di una donna in rinascita.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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