Le sorelle, Claire Douglas

GENERE: thriller, romanzo psicologico

: la trama avvincente, il finale non scontato

: la protagonista Abi

La vede ovunque: al tavolino di un bar, alla fermata dell’autobus, al supermercato. Ogni volta, per un istante Abi dimentica l’incidente, dimentica che sua sorella Lucy è morta, dimentica il dolore che la consuma da oltre un anno. E, ogni volta, Abi rimane inevitabilmente delusa. Ha tagliato i ponti con la famiglia, si è isolata dagli amici e si è trasferita in un’altra città, nella speranza di cominciare una nuova vita, però è stato inutile: nessuno dovrebbe mai sopravvivere alla propria gemella. Eppure, quando incontra Bea, Abi ha l’impressione che il destino le stia finalmente dando una seconda occasione. Perché quella ragazza non solo è fisicamente identica a Lucy, ma le assomiglia pure nel modo di parlare e di vestirsi. Inoltre anche lei ha un gemello, Ben, perciò più di chiunque altro comprende il vuoto che sente Abi. E si propone di colmarlo, accogliendola nella grande casa che divide col fratello. Se con Bea è stata un’affinità istantanea, con Ben è amore a prima vista. Tuttavia, più tempo passa insieme con loro, più Abi si convince che ci sia qualcosa che non vada. All’inizio era solo una sensazione, ma poi sono arrivate le fotografie strappate e gli oggetti spariti dalla sua camera. Sono opera di Bea, gelosa per la relazione del fratello? Abi quasi spera che sia così. Altrimenti vorrebbe dire che qualcuno ha scoperto il suo segreto…

Anche quando si tratta di personaggi fittizi, meglio una sana, viscerale antipatia che la più totale indifferenza – che ne dite? La massima di Oscar Wilde, Bene o male, purché se ne parli, si può applicare anche al mondo dei libri, oltre che alla vita vissuta?

Per la protagonista del libro di Claire DouglasLe sorelle”, uno dei casi letterari di questo inizio d’estate 2016, personalmente ho provato qualcosa di simile a quanto già provato per un’altra eroina di un altro caso estivo, “La ragazza del treno” di Paula Hawkins (qui la recensione)… Cosa? La voglia irrefrenabile di prenderla a schiaffi ogni quattro pagine!

Il passato ha richiesto ad Abigail uno dei prezzi più alti, quello di vedere morire la sorella gemella Lucy in un incidente d’auto, di cui tra parentesi la sopravvissuta si da la colpa, quindi tendiamo a essere benevoli e comprensivi nei suoi confronti, a trovarle giustificazioni. Almeno all’inizio. Ma quando per la 10° volta Abi si sente inadeguata, analizza i comportamenti altrui che per lei mirano sempre e solo a escluderla, si auto-commisera e si piange addosso, be’… al posto della benevolenza compare una certa sensazione di fastidio.

Questa antipatia a pelle per la protagonista mi ha accompagnata per tutto il libro (non solo Abi è una complessata, ma è anche debole, bugiarda, visionaria), insieme alla sensazione che qualcosa non fosse come sembrava. Avete presente il sesto senso del lettore, quello che, dall’alto delle decine e decine di gialli/thriller/romanzi psicologici letti negli anni, ci fa suonare dei campanelli d’allarme mentali che ci suggeriscono di non fidarci delle apparenze e neppure di quello che l’autore scrive nero su bianco? Ecco, neppure per un secondo, leggendo “Le sorelle”, ho pensato che alla fine sarebbe mancato il colpo di scena, che le carte non sarebbero state rimescolate.

Au revoir sorpresa e suspense? Non completamente, perché questo colpo di scena poteva essere qualsiasi cosa – e durante la lettura ho fatto le ipotesi più assurde, sì, lo ammetto, anche quella che Lucy non fosse morta davvero, ma Abi stesse raccontando una realtà fortemente deviata, oppure quella che la sorella sopravvissuta e la sorella deceduta non fossero chi dicevano di essere.

A ben vedere, alla fine la “verità” è meno ingarbugliata e strana di quanto ci saremmo immaginati – ma naturalmente non aggiungo altro, perché in questo caso fare anche la minima anticipazione rovinerebbe davvero la lettura.

Un libro, quello della Douglas, che si legge bene, anche se la tonalità dominante è sicuramente l’inquietudine, quel senso di sbagliato, di qualcosa che non quadra.

Il miglior romanzo di questo tipo che abbia mai letto – e, allargando il cerchio, il migliore che sia mai stato scritto – come lo hanno pubblicizzato dall’ufficio stampa? Magari no. Da lettori lo sappiamo bene, il lancio di un romanzo punta sempre su questi assoluti per attirare l’attenzione. E ciò nonostante la lettura è piacevole, la storia particolare, qualche ora di intrattenimento “Le sorelle” le sa regalare. Non mi sembra un brutto risultato, per un caso estivo.





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