LeggerMente incontra “Il cardellino” di Donna Tartt: tra thriller e romanzo di formazione

Tutto sulla lettura dell'estate 2017, impegnativa ma meritevole. Il resoconto delle avventure del club del libro digitale 2.0

Avete presente quando arriva l’estate e cominciate a stilare la lista dei libri da mettere in valigia? Thriller, romanzi d’amore, storie d’avventura, sotto l’ombrellone si cerca quasi sempre la leggerezza.

Ecco, noi di LeggerMente, il club del libro tutto digitale che da mesi racconta online e su Facebook le sue avventure, contrariamente al nostro nome, abbiamo scelto di leggere Donna Tartt e il suo “Cardellino”.

Nonostante le quasi 900 pagine, al cuor non si comanda. Erano mesi che “Il Cardellino” stazionava, ignorato, nella lista dei #LibriDaLeggere. Alla fine è arrivato il momento – quello giusto, evidentemente! – e le parole di Donna Tartt sono entrate a far parte della nostra vita, accompagnandoci per tutta l’estate fino a inizio autunno

“Il cuore non si sceglie. Non possiamo obbligarci a desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri. Non siamo noi a determinare il tipo di persone che siamo.”

(Il Cardellino – Donna Tartt)

Le prime duecento pagine volano via tutte d’un fiato. Sono un pugno allo stomaco, angoscia, terrore. Quando ho alzato gli occhi dal libro, mi sono resa conto che c’ero. Non ero a New York, ma in spiaggia. Non stavo scappando da un museo, ma ero seduta sulla sdraio. È stato subito amore.

Donna Tartt, che non avevo mai letto prima, mi ha conquistato per la sua scrittura potente e diretta. L’autrice sa scrivere le emozione, anche quelle più intime e inconsce, senza scriverle: una dote che, a mio avviso, in pochi hanno. Credo che per poterlo fare bisogni conoscere veramente bene l’animo umano.

 

IL VOTO DEL CLUB: promosso a pieni voti

Sono davvero pochi i libri che sono riusciti a ritagliarsi un posto speciale nel mio cuore (e sullo scaffale): “Il Cardellino” è uno di questi – secondo solo a “Shantaram” che per ora rimane al primo posto.

Perché mi è piaciuto tanto questo libro? Sono i personaggi ad avermi conquistata, tutti, uno per uno. L’autrice è davvero brava a farti entrare in sintonia con loro, a farteli conoscere nella loro sfera più intima, quasi come fossero persone reali. Ho provato un affetto smisurato per Hobie, che ho interpretato un po’ come la mamma-orso che si prende cura del cucciolo smarrito e lo protegge, a tutti i costi.

E mi riferisco al protagonista, Theo Decker: quanto avrei voluto entrare nel libro, prenderlo per mano e dirgli “è tutto ok!”. Ho sofferto per lui, per la sua situazione, per il modo in cui ha perso la madre, per come ha dovuto affrontare la vita. La sua solitudine e inquietudine è palese, tangibile anche se il suo percorso lo porterà a fare scelte deprecabili e contrarie alla legge.

E poi c’è lui, il bello e dannato della situazione, Boris. Come si fa a non cedere al suo fascino? Per non parlare di Andy, a cui si vuol bene a prescindere. E potrei andare avanti all’infinito a raccontarvi di quanto mi sia affezionata a tutti i personaggi presenti nel libro, sia quelli buoni che quelli cattivi (come il padre di Theo). Un’opinione condivisa anche dalla amiche del gruppo di lettura: “Donna Tartt ha creato dei personaggi unici, che rimangono impressi nella memoria”.

 

TRA THRILLER E ROMANZO DI FORMAZIONE

Che libro è “Il Cardellino”? Difficile definirlo, in effetti, perché dentro c’è tanta roba: le prime pagine ci raccontano la storia di un ragazzino, appena espulso da scuola per una bravata, che perde la mamma nella maniera più tragica. E questo ragazzino noi lo vediamo crescere, lentamente (i salti temporali sono gestiti egregiamente dall’autrice) fino a trovarlo uomo adulto.

Potremmo definirlo un romanzo di formazione perché in effetti è un libro intimista, che porta il lettore a seguire passo dopo passo anche l’evoluzione del protagonista. Ma di mezzo c’è un quadro, Il Cardellino appunto, sparito o rubato (dipende dai punti di vista), che aleggia come un fantasma dall’inizio alla fine, un po’ c’è, un po’ non c’è.

Per questo il romanzo di Donna Tartt si legge anche come un thriller. Il lettore rimane inevitabilmente coinvolto nella vicenda e, come in un perfetto film a puntate, non riesce mai a smettere di leggere perché si aspetta di scoprire qualcosa di più. E i colpi di scena, credetemi, non mancano.

 

UN FINALE CHE NON DELUDE LE ASPETTATIVE

I finali sono quelli che mi preoccupano di più, soprattutto con romanzi di questa portata. Temo sempre che siano troppo spicci o troppo banali. E allora, in quel caso, tutto è rovinato. Quindi, prima di leggere le ultime pagine, ho fatto una pausa di qualche giorno.

Come poteva finire “Il Cardellino”? Con il mistero del quadro risolto e un “grazie e a presto”? Oppure con la catastrofe più assoluta? Non vi voglio anticipare nulla perché, se non lo avete ancora fatto, dovete assolutamente godervi questo grande romanzo dall’inizio alla fine, senza spoiler. Quello che posso dirvi è che il finale ha superato le mie più rosee aspettative. Si tratta di una conclusione degna e intelligente, che Donna Tartt ha gestito al meglio.

Ovviamente le ”chiacchiere da libro” con le ragazze del club non sono mancate. Il libro ha conquistato tutte noi, e chi già aveva avuto modo di apprezzare la Tartt, mi ha consigliato di proseguire con “Dio di illusioni”. Amici di Parole a Colori, voi lo avete già letto? Fateci sapere!

 

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