“Lola”: quando le distanze tra genitori e figli non si possono superare

Laurent Micheli dirige un film attuale ed emozionante, con due attori protagonisti convincenti

Un film di Laurent Micheli. Con Mya Bollaers, Benoît Magimel, Els Deceukelier, Sami Outalbali, Jérémy Zagba. Drammatico, 87′. Francia, Belgio 2019

Lola, diciotto anni, vive in una casa-famiglia con Samir, il suo unico amico. Impulsiva e solitaria, cerca di ottenere il diploma come assistente veterinaria. Quando la madre muore, suo padre Philip si assicura che Lola non sia presente alla cerimonia. Due anni prima, Philip l’aveva cacciata di casa: all’epoca, Lola era ancora Lionel. Philip è determinato ad esaudire l’ultimo desiderio della moglie Catherine: ossia che le sue ceneri vengano disperse nel Mare del Nord,  sulle dune della sua casa d’infanzia. Dall’altra parte, Lola è furiosa con suo padre, ma non lascerà la madre da sola in questo ultimo viaggio. Così i due partono insieme, entrambi contrari all’idea di condividere un’auto ma decisi a riportare Catherine a casa.

 

In linea teorica siamo tutti convinti che un genitore dovrebbe, nel 2019, senza dubbi o remore sostenere e supportare le scelte dei figli in merito di orientamento sessuale. Eppure la realtà cozza con questa visione liberale.

I genitori hanno il diritto di opporsi alle scelte dei figli, se non le condividono? Possono portare avanti pensieri differenti dalla prole, senza per questo venire tacciati di essere arretrati o repressivi? E ci sono eventi – come un lutto – che possono ancora appianare le distanze?

“Lola” di Laurent Micheli, presentato in concorso ad Alice nella città, affronta queste delicate, controverse e attuali tematiche attraverso un plot piuttosto classico – dallo scontro padre/figlio/figlia al viaggio.

In questo caso, però, la condivisione dell’auto non porta alla pacificazione di tutti i contrasti, come spesso accade nei road movie familiari, ma piuttosto al confronto sincero, senza pretese che questo risolva poi ogni problema. E la scelta degli sceneggiatori piace, perché risulta realistica e non forzata.

Nonostante alcuni limiti strutturali e qualche passaggio a vuoto narrativo, “Lola” risulta una pellicola coinvolgente ed emozionante, merito soprattutto di Mya Bollaers e Benoît Magimel. I due attori conquistano il pubblico per l’umanità e l’autenticità con cui portano in scena il rapporto padre-figlio.

Amare significa anche prendere atto di differenze inconciliabili e separarsi in modo civile. Come ci dimostra il finale del film, un distacco, per quanto doloroso, in certi casi è la scelta migliore anche per un padre e una figlia, se entrambi vogliono avere una vita migliore.

 

Il biglietto da acquistare per “Lola” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

 

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