“Lupin III – The first”: il ladro gentiluomo in una rapina colossale

Il primo film d’animazione della serie realizzato con la tecnica 3D CGI è un'operazione riuscita

Un film di Takashi Yamazaki. Con Tatsuya Fujiwara, Suzu Hirose, Kiyoshi Kobayashi,  Kanichi Kurita, Daisuke Namikawa. Animazione, 93′. Giappone 2019

Durante la Seconda guerra mondiale l’archeologo Bresson nasconde ai nazisti un diario, che contiene le istruzioni per un misterioso tesoro. Venti anni dopo il diario è in un museo e attira l’attenzione dei principali ladri del mondo, tra cui l’irraggiungibile Lupin III. Ma il ladro gentiluomo dovrà vedersela con le ambizioni della giovane Laetitia, che sembra legata al diario da qualcosa più di un semplice interesse archeologico.

 

Ci sono i ladri e i criminali cinematografici e televisivi, alcuni dei quali sono riusciti negli ultimi anni a farsi “amare” non poco dal pubblico nostrano. E poi c’è Arsenio Lupin.

Nell’immaginario collettivo, questo personaggio (nato nel 1905 dalla penna dello scrittore francese Maurice Leblanc) è il ladro per eccellenza: geniale, imprevedibile, inafferrabile, con un unico punto debole, le belle donne.

Da piccoli vi sarà capitato di vedere almeno un paio di episodi di “Lupin III”, il cartone animato ispirato all’omonimo manga giapponese, che ha dato il là a una fortunata serie di trasposizioni per il grande e il piccolo schermo, film live-action e via dicendo.

Ma per tutti coloro che sentono la mancanza del ladro gentiluomo, del pistolero Jigen, del samurai Goemon, della bella Fujiko Mine (Margot, nella versione italiana) e di tutti gli altri – e anche per coloro, pochi, che non li conoscono, certo – ecco “Lupin III – The first”, primo film d’animazione realizzato con la tecnica 3D CGI.

Si tratta di un debutto magistrale, spettacolare, avvincente, visivamente unico. L’appassionato ritrova infatti tutti i personaggi, tratteggiati in modo appropriato e dettagliato, ma soprattutto una sceneggiatura creativa e ricca di colpi di scena.

Combinazione vincente tra Amarcord e modernità, il film riesce a sfruttare a suo vantaggio le nuove tecnologie, mettendole al servizio di una bella storia. La regia si dimostra  talentuosa, appassionata e funzionale al progetto. L’ambientazione variegata, che travalica anche i classici confini del Giappone, affascinante.

Un’occasione da non perdere, insomma, per conoscere o rincontrare il ladro gentiluomo, i suoi compagni e gli inseguitori. Perché se è vero che “di Lupin al mondo uno ce n’è” partire con lui a caccia di avventure è un piacere che non conosce l’usura del tempo.

 

Il biglietto da acquistare per “Lupin III – The first” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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