“Malarazza” di Giovanni Virgilio: una giornata sul set

Uno dei lati positivi di essere giornalista, anche se solo per hobby, è quello di potersi togliere delle curiosità che un semplice appassionato di cinema difficilmente potrebbe togliersi.

Quando si guarda un film, seduti in sala o comodamente sul divano di casa, spesso non si immagina quanto lavoro, sacrifici, passione e dedizione ci siano dietro.

Giovanni Virgilio, Stella Egitto e Paolo Briguglia sul set di “Malarazza”.

Un film può essere il prodotto ultimo di un’idea nata anni prima nella mente degli sceneggiatori, idea che prende forma scritta e dopo inizia il complesso viaggio della ricerca di un regista capace di mettere in scena quanto scritto e descritto sul copione, prima, di produttori e distributori disposti a investire risorse, dopo.

L’ultimo passaggio di ricerca, non meno importante, è quello che riguarda il cast.

Molto spesso, purtroppo, soprattutto in Italia, le grandi major e poi i distributori di spessore si mostrano incapaci di guardare oltre e di credere nei giovani talenti; di conseguenza questi ultimi, determinati a vedere realizzato comunque il proprio film, scelgono una produzione indipendente, spesso low budget, ma non per questo di minore qualità.

Il vostro cronista per caso ha avuto la possibilità di recarsi sul set del film “Malarazza”, opera seconda di Giovanni Virgilio, le cui riprese si sono svolte dal 3 gennaio al 7 febbraio a Catania.

Virgilio è un esempio del nuovo self made man cinematografico, un regista che è anche autore e soprattutto produttore dei suoi film.

Dopo aver ricevuto un buon consenso di pubblico e critica per il corto “Damiano, al di là delle nuvole iniziano i sogni” (2010) e per il primo lungometraggio, “La bugia bianca” (2015), ha avuto il coraggio di alzare l’asticella, continuando con la sua idea di cinema neo-realista che si ispira a maestri del calibro di Dino Risi e Roberto Rossellini.

Il regista Giovanni Virgilio.

In una pausa tra una ripresa e l’altra, durante una classica giornata di riprese, nel capannone “Archivitalia”, zona industriale di Catania, ho avuto l’opportunità di fare una breve ma intensa chiacchierata con Giovanni Virgilio e di scambiare qualche battuta anche con gli attori.

Una chiacchierata schietta, senza i filtri, che mi ha permesso di conoscere meglio l’uomo, le sue ambizioni, i sogni e soprattutto la sua idea di cinema.

I buoni riscontri ottenuti con “La bugia bianca” (leggi la recensione) hanno permesso al regista di ampliare la propria azione come produttore, fondando pochi mesi fa gli Studi Cinematografici Siciliani, che con tre teatri di posa e le eccellenze tecniche e artigianali della regione sono secondi solo a Cinecittà come potenza di fuoco nella realizzazione di film.

“Per me il cinema indipendente è soprattutto una scelta coraggiosa dell’autore, che decide di mettersi in gioco a 360° – spiega Virgilio. – Io sono regista, sceneggiatore e produttore e questo mi dà la possibilità di raccontare in piena libertà artistica le mie storie. Fare cinema indipendente significa non avere contributi statali e non avere sponsor a proteggerti”.

“Malarazza” è un film scritto da Giovanni Virgilio e da Luca Arcidiacono. L’idea degli sceneggiatori è stata quella di raccontare in modo realistico, diretto e intenso le periferie catanesi, zone in cui lo Stato, ufficialmente presente, in realtà cede il passo alla legge della strada, ai clan, alle famiglie.

Per farlo si è deciso di girare nei quartieri “caldi”, come Librino, San Berillo, nomi spesso al centro della cronaca nera.

Malarazza” è un film reale, duro, non solamente dal punto di vista stilistico e drammaturgico, ma anche nella scelta di selezionare oltre 500 figuranti comprimari, uomini, donne, trans che vivono e lottano quotidianamente in questi quartieri. Una scelta anche economicamente importante. Ma per Virgilio una produzione indipendente non deve significare necessariamente low cost.

“Rispetto al mio film d’esordio questo è stato produttivamente ed economicamente più impegnativo – racconta Virgilio. – Portare la troupe e il cast in quartieri difficili e complessi è stata una sfida personale; avere collaboratori di primissimo livello come il direttore della fotografia Gianni Mammolotti e il fidato compositore Giuliano Fondacaro uno stimolo”.

Qualche indicazione sulla trama. La giovane Rosaria è sposata con Tommasino Malarazza, boss decaduto del quartiere in cui vivono, Librino. Costretta a sposarsi perché rimasta incinta, la donna è sfruttata e maltrattata dal marito. Può almeno contare sull’aiuto del fratello Franco, uomo di grande cultura costretto a vivere come un esiliato perché trans.

La morte di Tommasino sembra dare una svolta alla vita di tutti, soprattutto a quella di Antonino, il figlio che Rosaria vuol salvare dalla strada. Ma la libertà non è così facile da ottenere.

Nel cast Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco, Cosimo Coltraro e Lucia Sardo.

Alla classica domanda su come e perché abbia scelto questi interpreti, Giovanni Virgilio risponde in modo spiazzante.

Io di norma non faccio casting – spiega – ma cerco di basarmi sull’istinto, cercando l’attore ideale per ogni personaggio. Fin dall’inizio ho voluto Paolo Briguglia per interpretare Franco, perché conoscevo il suo talento e la sua sensibilità, indispensabili per interpretare un ruolo così complesso, delicato, ricco di sfumature psicologiche”.

Paolo Briguglia sul set.

Anche per il personaggio di Rosaria, protagonista femminile, la scelta è stata quasi una necessità.

“Mi sono fidato delle ottime sensazioni ricavate dall’incontro con Stella Egitto – racconta Virgilio. – Non è stato necessario farle un provino, era la persona giusta per interpretare Rosaria. Il mese di duro set ha ampiamente confermato le mie aspettative su Stella, una professionista di assoluto livello, oltre che di grande disponibilità”.

Antonino è invece interpretato da Antonio Frasca Spada, 16 anni, catanese doc, alla prima esperienza sul set. Da un breve e veloce scambio di battute, ho avuto la sensazione di avere di fronte una persona di carattere, spigliata, per nulla intimorito dal mondo di celluloide.

La mia giornata sul set si è conclusa con un piacevole e cordiale incontro con Stella Egitto. Per l’attrice è il primo ruolo da protagonista al cinema. Rosaria si è rivelata una sfida difficile sul piano professionale, umano ed emotivo.

La Egitto, come di consueto, ha dato tutta stessa nel progetto, confermando il suo talento.

“Il mio personaggio è una giovane donna che ha vissuto la tutta la propria esistenza come fosse sott’acqua, fino a rischiare di morire soffocata – racconta. – Ma di fronte a questa prospettiva, Rosaria decide di reagire e di uscire da quest’angosciante e soffocante situazione, sfidando lo status quo. Il coraggio le deriva dall’amore per il figlio, dal desiderio di dargli una vita migliore, diversa dalla sua e soprattutto lontana dalle grinfie del padre”.

L’attrice Stella Egitto.

Quando le chiediamo com’è stato girare nei quartieri catanesi difficili, Stella Egitto non si nasconde.

“Girare a Librino e San Berillo è stata un‘intensa esperienza, non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto umano”.

Ma le riprese non sono state che una delle fasi di “Malarazza”.

“Con Giovanni Virgilio e gli altri attori abbiamo fatto un lungo e scrupoloso lavoro preparatorio che attraverso la lettura della sceneggiatura ha anche portato a delle importanti modifiche”.

Rosaria ha portato la Egitto a mettersi in gioco sotto diversi punti di vista.

“È stato faticoso sul piano emotivo indossare ogni giorno i panni di Rosaria e raccontare la sua vita, i suoi sentimenti, e nello stesso tempo stimolante mettere in scena il suo gesto di ribellione e di coraggio. Come ogni personaggio che interpreto, ma forse in questo caso ancora di più, ho sentito la responsabilità di raccontare la sua storia, in parte tratta da fatti realmente accaduti, e di essere il più possibile credibile, sincera e in contatto con l’ambiente che mi circondava”.

Ne è valsa la pena?

“Ho buone sensazioni per questo film. È una storia forte e coinvolgente e spero, con la mia Rosaria, d’essere riuscita a dare il mio contribuito”.

Se vi state chiedendo quando vedremo “Malarazza” al cinema dovrete accontentarvi, come me, delle parole criptiche del regista Virgilio.

“Sono un sognatore oltre che un ambizioso. Ho in mente dei Festival, ma per scaramanzia non voglio né posso dire di più”.

Non resta che attendere e tenere pronto lo smoking per un eventuale red carpet.

 

Guarda il video dal set di “Malarazza”.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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