“Marcel – The shell”: un film originale che però non supera i cortometraggi

Il mollusco animato arriva al cinema, ma al di là dell'ironia, la storia è ripetitiva e forzata

Un film di Dean Fleischer-Camp. Con Jenny Slate, Dean Fleischer-Camp, Isabella Rossellini, Joe Gabler, Shari Finkelstein. Commedia, animazione 90′. USA 2021

Marcel è una creatura minuscola e strana: una conchiglia con un occhio di plastica, una bocca disegnata e scarpe da ginnastica ai piedi. Non è più grande di una noce e vive in una casa gigantesca con la nonna Connie, anche lei una mezza conchiglia, solo un po’ più grande. Marcel si racconta alla camera di Dean, un regista che ha affittato su Airbnb la casa, un tempo abitata da una coppia poi separatasi: parla di sé, delle sue idee, dei suoi giochi, dei suoi piccoli stratagemmi per mangiare e divertirsi. Dopo aver caricato su internet alcuni video, Marcel diventa una celebrità e non crede ai suoi occhi quando gli autori dell’adorato programma 60 Minutes lo contattano per esaudire il suo sogno: ritrovare la sua famiglia (cioè altri piccoli esseri animati ricavati da conchiglie o noccioline) e tornare a vivere in una comunità.

 

Appartengo a una generazione per cui con l’aggettivo “virale” ci si riferiva a malanni e influenze, grazie alle quali saltare magari qualche giorno di scuola. Nel corso degli anni questa parola ha ampliato il suo significato, diventando anche l’unità di misura con cui stabilire il successo e la popolarità di un personaggio oppure di un evento sul web.

Personalmente rimango fedele all’originale, perché dal mio punto di vista i fantomatici contenuti virali si rivelano molto spesso grandi bluff e meri fenomeni costruiti ad hoc.

Non me vogliano Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate ideatori del cortometraggio “Marcel the Shell”, divenuto virale su YouTube nel 2010 e poi sviluppatosi negli anni in altri due lavori, e adesso diventato anche un lungometraggio, candidato anche agli Oscar come miglior film di animazione.

Questo “nuovo” “Marcel – The Shell” arrivato al cinema racconta una storia dolce, surreale, divertente, giocata sul no sense e sul tema dell’accettazione di sé e sulla scoperta della bellezza che hai intorno a te.

Il protagonista, uno strano mollusco con un occhio di plastica, una bocca disegnata e scarpe da ginnastica ai piedi, ultimo rimasto della sua specie insieme alla nonna Connie, si racconta davanti alla telecamera del regista Dean e diventa una star del web. La fama gli consente di provare a realizzare il suo sogno: ritrovare la sua famiglia e tornare a vivere come una comunità.

La sceneggiatura del film è semplice e lineare, ma a tratti anche ripetitiva nel suo voler mettere in evidenza la straordinaria normalità delle giornate di Marcel e della nonna. Lo sforzo degli autori di raccontare il nostro mondo attraverso gli occhi e la sensibilità di Marcel è apprezzabile, fa sorridere, ma alla lunga risulta anche lacunoso e limitato.

Certo, il personaggio in certi momenti è ironico e affronta tematiche universali, come la paura di mettersi in gioco e di spiccare il volo dalla sicurezza del nido familiare. Ma alla fine la sensazione è quella di avere davanti un film stiracchiato, dove la magia e la spontaneità dei cortometraggi viene annacquata per riempire un minutaggio troppo esteso. Forse meglio accontentarsi del successo già ottenuto che puntare troppo in alto?

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