“Men in black – International”: nuova era e agenti per il franchise sci-fi

Chris Hemsworth e Tessa Thompson protagonisti in nero del nuovo capitolo della fortunata serie

Un film di F. Gary Gray. Con Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Emma Thompson, Rafe Spall, Rebecca Ferguson. Azione, 115′. USA 2019

Molly è soltanto una bambina quando incontra una creatura aliena, che aiuterà a fuggire, e assiste all’intervento dei Men in Black senza farsi sparaflashare. Tutta la vita conserva il segreto dell’esistenza degli alieni, sperando un giorno di diventare un agente segreto in tailleur e cravatta neri. Irriducibile nel perseguire il proprio sogno, riesce finalmente a scovare il quartier generale dei Men in Black e a convincere l’Agente O a prenderla in prova. Abbigliata e armata, l’Agente M(olly) deve guadagnarsi sul campo il neuralizzatore e affiancare l’Agente H, indisciplinato e sbruffone. Tra Parigi e Marrakech finiranno per intendersi e salvare il mondo da mostri e talpe.

 

Dopo ventudie anni dal debutto al cinema del primo film della serie – che impressionò positivamente il pubblico con il suo mix ben congeniato di fantascienza e cultura pop -, gli agenti segreti di nero vestiti voltano pagina, mandando in pensione le vecchie glorie Tommy Lee Jones e Will Smith per puntare su un nuovo duo.

“Men in black – International” di F. Gary Gray è una via di mezzo tra un reboot e uno spin-off, che mescola tutti gli elementi cari agli appassionati della saga con una coppia di protagonisti belli e affiatati. Il risultato è leggero, divertente quanto basta, estivo. Ma sicuramente non indimenticabile.

La sceneggiatura firmata da Art Marcum e Matt Holloway cerca di recuperare ciò che ha reso il primo “Men in black” un successo – alieni strambi, azione, risate – e adattarlo al nuovo contesto. Purtroppo, però, “International” dà l’impressione di un riciclo di vecchio materiale, piuttosto che di un aggiornamento (nonostante qualche accenno alla parità di genere e il fatto stesso che il reclutamento di una fanciulla renda obsoleto il titolo).

La forte intesa tra Tessa Thompson e Chris Hemsworth, che abbiamo già visto insieme nei film Marvel “Thor: Ragnarok”, non riesce qui ad emergere a pieno, colpa anche di una sceneggiatura alquanto piatta. Non si sente tanto la mancanza di Will Smith/J quanto di quella leggerezza che aveva contribuito al successo della saga.

Il talento e l’esperienza del regista F. Gary Gray (Fast & furious 8) impediscono al film di deragliare completamente dai binarsi, ma i suoi sforzi non sono molto ispirati. Gli eventi accadono, gli agenti vanno avanti ma senza dare tempo e modo al pubblico di emozionarsi davvero – o temere per la vita dei suoi nuovi eroi.

Un po’ come succede agli umani che incontrano gli “uomini in nero” e la cui memoria viene resettata, è molto probabile che alla fine di “Men in black – International”, per quanto la visione sia piacevole e divertente, nella vostra mente non rimanga niente.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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