Michael Moore: “Il fascismo del XXI secolo è una faccia sorridente e uno show televisivo”

Incontro ravvicinato con il regista americano Premio Oscar, che presenta il suo nuovo documentario "Fahrenheit 11/9"

di Alberto Leali

 

Michael Moore, fautore di una vera e propria rinascita del documentario americano, è il protagonista di un acceso incontro ravvicinato alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

La kermesse capitolina ospita, in anteprima nazionale, l’ultima fatica del regista Premio Oscar, “Fahrenheit 11/9”, che vedremo nelle sale dal 22 al 24 ottobre prodotto da Lucky Red e prossimamente su La7. Il racconto, doloroso e accurato di come la politica statunitense abbia portato all’elezione di Donald Trump.

Ma Michael Moore denuncia anche, con toni netti e arrabbiati, il drammatico stato in cui versano le democrazie contemporanee, sempre più schiave del populismo e dell’ignoranza. La sua analisi inizia, ovviamente, dall’America.

“Gli Stati Uniti hanno sulle spalle ben due disastri: uno del passato, di nome Bush, e uno del presente, di nome Trump. Entrambi non hanno ottenuto la maggioranza alle elezioni, ma il sistema americano prevede comunque l’insediamento alla Casa Bianca”.

Moore esplica in dettaglio i motivi che hanno portato all’elezione inattesa (?) di Trump.

“I media hanno instupidito gli statunitensi con notizie fasulle; in realtà hanno sempre amato Trump, perché puro intrattenimento e macchina acchiappa-share, tanto da chiamarlo affettuosamente “Il Donald”. Tutti ridevano quando disse di volersi candidare alla Presidenza, sopravvalutando l’intelligenza degli americani, che vengono fuori da tre decenni di presidenza in cui l’insegnamento è stato raso al suolo. Se si tolgono fondi all’istruzione, si chiudono le biblioteche e si lascia il controllo dei media alle multinazionali, il Paese è destinato a perdere la bussola”.

Ma secondo Moore, la responsabilità maggiore è della sinistra, che ha smarrito la propria identità, e di conseguenza la fiducia dei suoi elettori, cedendo al compromesso.

“Io ho votato due volte per Obama ed è stata una grande emozione vedere come gli americani abbiano messo da parte i loro pregiudizi razziali, nella speranza di un miglioramento per il loro Paese. Obama ha fatto molte cose positive per l’America, ma purtroppo ha commesso anche tanti errori, che oltre a infliggere un duro colpo agli americani, gli hanno fatto perdere un’ampia fetta del suo elettorato, permettendo, così, la salita al potere di Trump”.

Moore fa riferimento, in particolare, allo scandalo dell’acqua inquinata di Flint, in Michigan, e alla sconcertante decisione di Obama di non fare nulla di ciò che si aspettava la cittadinanza, che si ammalava a causa di avidi interessi economici.

Ad una sinistra incerta e snaturata si deve, secondo Moore, anche l’attuale situazione politica italiana, che più di un aspetto ha in comune con quella statunitense.

“Così come Trump è un attore straordinario e proprio per questo amato dalla gente, anche Salvini suscita la simpatia delle folle, ma è solo un razzista e un omofobo. In entrambi i casi è stata la sinistra a fallire, a causa di infelici strategie politiche. Inoltre, sono da 5 giorni in Italia e mi è capitato di vedere un po’ della vostra tv: beh, preferisco evitare commenti! Quando i ricchi prendono possesso dei media hanno interesse a far sì che la gente non prenda coscienza di certe situazioni, regalando loro solo il puro intrattenimento, esattamente come è successo in America. Mi trovo d’accordo con chi diceva che il fascismo del XXI secolo è una faccia sorridente e uno show televisivo”.

Anche il cinema, secondo il regista, sta perdendo la sua fondamentale funzione di finestra sul mondo.

“Oggi, a parte il cinema, non ci sono altre forme di intrattenimento accessibili al grande pubblico, perché tutte troppo costose. Negli Stati Uniti è sempre più raro poter vedere film provenienti da altri Paesi, persino nelle città più grandi. Per questo ho realizzato, nella mia cittadina, un’organizzazione a tutela del cinema, per permettere alla gente di vedere come si vive nel resto del mondo”.

E in chiusura di incontro, Moore non si esime dal rivolgere una preghiera agli italiani, partendo dal mondo del cinema per poi abbracciare altri settori.

“Voi italiani dovete impegnarvi a realizzare film di valore, che rendano giustizia alla vostra gloriosa tradizione. Avete dato tantissimo anche al mondo della letteratura, del teatro, delle idee; avete un sistema sanitario pubblico impareggiabile e ciò che mangiate è così buono perché ve ne prendete cura. Mi intristisce, pertanto, vedere la vostra situazione politica. Vi imploro, tornate a essere l’Italia!”.

 

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