“Mila”: una riflessione elegante, concisa e tortuosa sul presente

Il regista greco esordiente Christos Nikou riflette sulla memoria, sulla perdita e sull'umanità

Un film di Christos Nikou. Con Aris Servetalis, Sofia Georgovasili, Anna Kalaitzidou, Argyris Bakirtzis, Kostas Laskos. Drammatico, 90′. Grecia, Polonia, Slovenia 2020

Aris, un uomo solitario, è una delle tante vittime di una pandemia che causa un’amnesia tanto improvvisa quanto irreversibile. Accetta di prendere parte ad un trattamento sperimentale che prevede una costruzione a tappe di una nuova personalità. Il suo incontro con Anna, a sua volta partecipante al trattamento, lo spinge a ripensare il proprio futuro.

 

Presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema di Venezia, “Mila”, del regista greco esordiente Christos Nikou, riflette sulla memoria e sulla perdita attraverso l’enigmatico racconto degli sforzi di un uomo per riprogrammarsi in una società afflitta da amnesia virale.

Ambientato in un’Atene astorica e analogica, moderna in superficie ma apparentemente schiava dei registratori a cassette e delle fotocamere istantanee – o forse in un universo parallelo in cui l’iPhone non è mai stato inventato -, il film inizia nel mezzo di una epidemia lenta che si diffonde misteriosamente e lascia le sue vittime senza memoria.

I “sani” svolgono le loro normali attività, mentre i malati e soprattutto coloro che non vengono reclamati dai parenti sono reclusi nel programma “Nuova identità” che ha, appunto, il compito di costruire nuove identità.

Elegante, conciso e tortuoso, “Mila” è suddiviso in scene, in gran parte autonome, che delineano come sarebbe la vita per un uomo senza memoria.

L’opera di Nikou, che trova un piacevole equilibrio tra osservazione ironica e realtà malinconica, e modula il tono usando la colonna sonora pensierosa di Alexandros Voulgaris, è potente nel suo riflettere la sterilità del nostro modo di vivere, di un mondo dove esistere sembra coincidere con condividere sui social.

Invece il messaggio della storia, la sua morale nemmeno tanto velata, è che sono le emozioni a fare effettivamente la differenza e a dirci chi siamo. Le persone sono la somma delle cose che sentono e non dimenticano. Cancellare ricordi dolorosi o vivere lontano dalla realtà può sembrare allettante ma finirebbe solo per portarci all’annientamento.

 

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