“Morgana”: un tributo a dieci donne non convenzionali

Il podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri diventa un libro, edito da Mondadori

Dopo il grande successo del podcast, con oltre 350mila tra ascolti e download, la serie di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, Morgana, è diventato un libro, uscito il 3 settembre con Mondadori.

Dieci storie, dieci autobiografie non convenzionali di donne assai diverse tra loro, accomunate tuttavia dal desiderio di vivere secondo i propri desideri, senza condizionamenti, a dispetto delle regole del tempo. Si tratta di donne che hanno creduto nelle proprie capacità anche laddove il loro talento non veniva riconosciuto.

Morgana” è un libro in cui già il sotto-titolo anticipa molto: Storie di ragazze che tua madre non approverebbe. In una società in cui le donne sono state spesso relegate in un ruolo preciso sin dalla più tenera età, c’è chi ha deciso di rompere le barriere del conformismo, andando fieramente controcorrente.

Si tratta di donne che hanno sovvertito le regole del loro tempo, donne che “non hanno la sindrome di Ginger Rogers, che implica che per stare accanto a Fred Astaire tu faccia le stesse cose, ma all’indietro e sui tacchi a spillo”. Le Morgane sono altro, sono sicure di voler raggiungere l’obiettivo, ad ogni costo, anche a quello di continue e quotidiane battaglie.

Il libro inizia con la storia di due personaggi che per percorso di vita, periodo storico e scelte non potrebbero essere più distanti: Moana Pozzi e Caterina da Siena. La narrazione – sempre partecipativa e coinvolgente – prosegue con Grace Jonce, modella e cantante giamaicana capace di vivere tutto con un’intensità travolgente, quindi con le sorelle Brontë, che dalla tragicità delle loro esistenze hanno saputo trarre l’ispirazione per evadere, creando “una società a sé, con regole proprie mai negoziate”.

Michela Murgia e Chiara Tagliaferri © Foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini

È poi la volta di Moira Orfei, la donna che ha rivoluzionato il circo negli anni ‘70; di Tonya Harding, pattinatrice statunitense ricordata per il triplo axel e per l’accusa di aver tentato di eliminare la storica rivale Nancy Kerrigan; di Marina Abramovic, performer estrema la cui arte ha suscitato scandalo e indignazione.

Ci sono poi Shirley Temple con i suoi riccioli d’oro, quella bambina prodigio divenuta simbolo dell’America ma anche la prima a parlare pubblicamente del suo tumore al seno, Vivienne Westwood, la stilista inglese controcorrente, e l’Archistar di origine irachena Zaha Hadid, prima donna ad aggiudicarsi il Pritzker, il massimo riconoscimento in ambito architettonico.

Ma “Morgana”, come chiarisce anche la dedica iniziale, è dedicato innanzitutto a Claudette Colvin, la prima donna nera ad aver occupato un posto per bianchi su un’autobus nell’America della metà degli anni ’50. È stata lei a sovvertire le regole per prima, e non Rosa Parks, come tanti pensano. Claudette aveva solo 15 anni, era incinta di un uomo sposato molto più grande di lei e quel giorno occupò quel posto solo perché era stanca. Ma il suo nome non lo ricorda nessuno, ed è proprio a donne come lei che le due autrici hanno dedicato il loro libro.

 

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