Musica e lettaratura: canzoni e album ispirati al mondo delle lettere

Musica e letteratura intrattengono da sempre un rapporto molto stretto. Le ballate medievali venivano musicate, le opere liriche sono il connubio perfetto tra testo scritto e suono. Facendo un salto in avanti, le canzone di De André vengono spesso proposte a scuola e nei corsi di laurea come esempi di poesia.

Spostando il punto di osservazione, la letteratura ha anche offerto a cantanti e artisti un grande bacino di spunti per i loro lavori – suggestioni, vite di personaggi indimenticabili, vicende di ogni genere.

In questa rassegna, ve ne proponiamo dieci, non solo canzoni ma anche album, che si basano o adattano una storia letteraria. Anche dalla musica si può imparare la letteratura. O no?!

 

Gulliver, Francesco Guccini
Contenuta nell’album del 1983 Guccini, la canzone è una rivisitazione delle avventure di Lemuel Gulliver raccontate da Jonathan Swift. Il personaggio delle canzone ha dalla sua la capacità di immedesimarsi con i popoli che incontra e farceli sembrare vicini come non mai. E così «intuiva con la mente disattenta del gigante il senso grossolano della storia», «e nelle precisioni antiche del progetto umano, o nel mondo suo illusorio e limitato, sentiva la crudele solitudine del nano».

Invito al viaggio, Franco Battiato
Non poteva mancare qualche verso di Baudelaire tra le “citazioni” letterarie messe in musica nella contemporaneità. «Laggiù tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà» canta Battiato riprendendo una poesia del 1857 inserita nei Fiori del male.

Romeo and Juliet, Dire Straits
Non potevamo non inserire nella rassegna questa canzone – perché è orecchiabile, perché ci piace – anche se i riferimenti letterari, a ben guardare, si limitano al titolo. Il brano del 1980 si rifa a Shakespeare per i nomi dei due protagonisti, ma poi, nel testo, racconta di un amore non corrisposto oppure precocemente concluso. Romeo canta il dolore e la disillusione per le promesse non mantenute da Giulietta. Giulietta che però lo ascolta impassibile e non risponde mai.

Ophelia, Francesco Guccini
La protagonista di questa canzone – contenuta nell’album Due anni dopo del 1970 e interpretata anche dalla band I Nomadi – è il personaggio dell’Amleto di Shakespeare. Il riferimento alla pazzia non è centrale, eppure l’idea che ci si fa ascoltando il brano è proprio quello di una donna persa nel suo mondo, un fantasma scalzo e in camicia da notte che si aggira per il castello.

Burattino senza fili, Edoardo Bennato
Scegliere una canzone soltanto era impossibile. L’intero album di Bennato del 1977 racconta personaggi e avvenimenti del libro di Collodi Pinocchio. “Il gatto e la volpe”, dove sono i due bricconi del titolo a prendere la parola e a proporsi come impresari all’ingenuo burattino, è certamente la più conosciuta; ma nell’album c’è solo l’imbarazzo della scelta – tra “Mangiafuoco”, “La fata” e il congresso dei dottori riuniti intorno al capezzale del morente Pinocchio che si confrontano in “Dotti, medici e sapienti”.

Sono solo canzonette, Edoardo Bennato
Come sopra, come si fa a scegliere una sola canzone rappresentativa tra brani come “L’isola che non c’è”, “Nel covo dei pirati”, “Il rock di Capitano Uncino”? Per l’album Sono solo canzonette, uscito nel 1980, Bennato si è chiaramente ispirato al libro di James Berry Le avventure di Peter Pan. È un album da ascoltare dall’inizio alla fine, perché ogni traccia racconta un personaggio, e lo fa così bene che sembra davvero di averli lì davanti a noi. Dopo aver sentito “Dopo il liceo che potevo far”, non potrete pensare a Spugna in nessun altro modo, ve lo garantisco.

Non al denaro, non all’amore né al cielo, Fabrizio De André
In questo caso è stata l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters – pubblicata in Italia nel 1943 – ad aver offerto al cantautore lo spunto per l’album. Ogni canzone riscrive e rivisita nello stile di De André una delle poesie della raccolta originale. Personalmente amo soprattutto “Un chimico” e “La collina”, ma tutti i brani meritano di essere ascoltati.

Terra e libertà, Modena City Ramblers
Per il loro terzo disco (1997), il gruppo italiano si è ispirato in larga parte al romanzo Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, prendendo il titolo di un brano, dei riferimenti e in generale il sound sudamericano.

Elemosina, Max Gazzè
La poesia è una costante fonte d’ispirazione per il cantautore e bassista romano. Questo brano traduce una poesia di Stéphane Mallarmé.

S’i fossi foco, Fabrizio De André
In Volume III – uscito nel 1968 – De André inserisce la messa in musica di un celebre sonetto omonimo del senese Cecco Angiolieri e quella di un brano tradizionale francese del XIV secolo, Il re fa rullare i tamburi, che anni prima era stata incisa nella lingua d’origine da Yves Montand.


Cosa ci dite, amici lettori? Pensando al connubio tra musica e letteratura quali titoli e quali artisti vi vengono in mente? Siamo davvero curiosi di vedere se abbiamo dimenticato qualcosa di fondamentale… 

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