“Natale in Casa Cupiello”: il classico rivive in una rivisitazione riuscita

Edoardo De Angelis aggiorna il linguaggio del capolavoro di De Filippo senza però snaturarlo

Un film di Edoardo De Angelis. Con Sergio Castellitto, Marina Confalone, Adriano Pantaleo, Toni Laudadio, Pina Turco. Drammatico. Italia 2020

Anni Cinquanta, antivigilia di Natale. Luca Cupiello vive in una casa piccolo-borghese di Napoli con la moglie Concetta e il figlio Tommasino, che dorme in camera con i genitori mentre il fratello di Luca, Pasquale, si è installato in casa e non accenna ad andarsene: e fra zio e nipote l’attrito è costante. La figlia di Luca e Concetta, Ninuccia, ha deciso di lasciare il marito più anziano che la famiglia le ha fatto sposare con una lettera in cui gli rivela il suo amore per Vittorio, un ragazzo meno ricco. Concetta sa tutto ma Luca è all’oscuro, anche perché la sua ossessione sotto Natale è costruire il presepe più bello del vicinato.

 

Era il 25 dicembre del 1931 quando “Natale in casa Cupiello” esordì al Teatro Kursaal di Napoli. L’opera in tre atti, firmata da Eduardo De Filippo, venne adattata dallo stesso drammaturgo per la tv in due occasioni, nel 1962 e nel 1977.

Dopo oltre 40 anni, e a 120 dalla nascita di De Filippo, questo classico senza tempo è tornato in tv, su Rai 1, nel film di Edoardo De Angelis.

Ambientato quasi esclusivamente in interni, e collocato temporalmente nel 1950, anno emblematico per il nostro Paese, sospeso tra la fine della guerra e il benessere a venire degli anni ’60, “Natale in casa Cupiello” è un’opera di puro cinema grazie all’elegante regia di De Angelis che ai piani sequenza aggiunge un’attenzione quasi filologica per i dettagli e per le espressioni dei suoi attori.

Il regista conferma la sceneggiatura dal soggetto originale insieme a Massimo Gaudioso, lavorando sul linguaggio con rispetto ma senza sudditanza, aggiungendo e aggiornando delicatamente parole e sfumature narrative, e arricchendo la messa in scena. 

Una casa distrutta e una famiglia in frantumi vengono tenute in piedi dall’ostinazione di Luca (Castellitto) e dai suoi “strumenti”: colla di pesce puzzolente e il sogno pulito del presepe. Il presepe è bello e commovente perché lì ognuno ha il suo posto, il suo ruolo. Piace solo a lui, però, perché gli altri vogliono cambiare posizione, vogliono essere liberi. E in nome della libertà distruggono tutto.

La casa dei Cupiello diviene quindi la casa di tutti noi, ieri come oggi, in questa tragedia che fa ridere, un luogo che sembra stia per cadere a pezzi eppure stupendamente vivo e pieno di speranza per il nuovo che sta arrivando. 

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