Un film di Steve Della Casa e Chiara Ronchini. Con la partecipazione di Rita Pavone, Caterina Caselli, Tony Dallara, Ricky Gianco, Gianni Pettinati, Shel Shapiro, Piero Vivarelli. Documentario, 60’. Italia, 2016

 

Spesso le rivoluzioni culturali anticipano quelle sociali e politiche e sono i giovani i promotori dei più grandi cambiamenti, quelli che determinano passaggi epocali.

L’Italia del dopo guerra era un paese prevalentemente agricolo, tradizionalista, amante di una musica melodica e classica, con Claudio Villa come rappresentante di spicco. Si trattava di un genere rassicurante e conciliante, distante anni luce, però, dai più giovani.

Quando, dalle retrovie, si fecero avanti nuovi cantanti, definiti dalla critica del tempo “gli urlatori”, come Adriano Celentano, Rita Pavone, Caterina Caselli, Bobby Solo e Mal, ebbe inizio una grande trasformazione della società italiana.

Una vera e proprio rivoluzione dei costumi e dei gusti che si era già imposta negli Stati Uniti e in Europa, e che nel nostro Paese ebbe modo di affermarsi soprattutto grazie ai giovani, che diventarono fan della nuova musica, sovvertendo gerarchie che sembravano granitiche.

La moda travalicò ben presto il mondo della musica, allargandosi al cinema, dove vennero prodotte pellicole ispirate alle nuove canzoni. Il regista Piero Vivarelli e la casa di produzione Titanus di Lombardo furono i primi a vedere le potenzialità di questo genere.

Steve Della Casa e Chiara Ronchini, con il prezioso contributo dell’Istituto Luce, nel documentario “Nessuno ci può giudicare” hanno voluto omaggiare questo fenomeno non solamente artistico e culturale ma anche sociale, intervistando i protagonisti di quell’epoca.

Un’operazione che da un lato punta sull’amarcord, rivolgendosi a un pubblico di nostalgici, ma dall’altro spera di incuriosire le nuove generazioni, che possono trovare interessante conoscere i gusti di nonni e genitori.

Della Casa tocca le corde dell’emozione e del ricordo regalando un dolce sorriso rievocando il passato e raccontando per certi versi l’evoluzione del nostro Paese.

Un film che, anche se troppo lungo e ammiccante, nel complesso risulta godibile e persino divertente.

 

Il biglietto da acquistare per “Nessuno ci può giudicare” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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