“Nevia”: un’opera prima curata nei minimi dettagli anche se imperfetta

Nunzia De Stefano racconta l'ennesima periferia degradata. Spicca soprattutto la fotografia

Un film di Nunzia De Stefano. Con Virginia Apicella, Pietra Montecorvino, Rosy Franzese,  Pietro Ragusa, Franca Abategiovanni. Drammatico, 86′. Italia 2019

Nevia ha 17 anni: troppi per il posto in cui vive e dov’è diventata grande prima ancora di essere stata bambina. Minuta e acerba, è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola, Enza, nel campo container di Ponticelli. Nevia cerca di farsi rispettare in un mondo dove nascere donna non offre nessuna opportunità, anzi. Le sue giornate trascorrono tutte uguali, tra piccoli lavoretti e grandi responsabilità, i contrasti con la nonna e la tenerezza per la sorella. Finché un giorno l’arrivo di un circo irrompe nella quotidianità della ragazza.

 

Raccontare la periferia, oggi, va talmente di moda che si rischia spesso di scadere nel banale. Prendi un quartiere degradato, protagonisti dall’infanzia difficile, con uno spiccato senso di ribellione, il ricorso al dialetto locale e il gioco è fatto.

L’opera prima di Nunzia De Stefano, “Nevia”, convince a tratti. Se grazie anche alla fotografia intensa, le ambientazioni risultano poetiche, con quel loro fascino trasandato,  i dialoghi e la sceneggiatura risultano piuttosto forzati.

La presenza massiccia di personaggi costruiti in modo frammentario, che si introducono nella trama con le loro storie personali e poco funzionali al racconto, trasformano il ritmo del film, rendendolo difficile da amalgamare.

L’estetica della regista esordiente, e le sue capacità artistiche, sono comunque buoni punti di partenza. Da tenere d’occhio per il futuro.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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