“Nina dei lupi”: un film apocalittico pasticciato e inconcludente

Antonio Pisu parte da una bella idea, ma alla fine si salva solo la giovane Sara Ciocca

Un film di Antonio Pisu. Con Sergio Rubini, Sara Ciocca, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci, Davide Silvestri. Distopico, 104′. Italia 2023

Un’improvvisa tempesta solare rende inutilizzabile qualsiasi apparecchiatura elettronica sul pianeta. Lo stesso giorno, una neonata che si chiama Nina viene ritrovata sulla montagna nei pressi di un piccolo paese sperduto. Dopo il catastrofico e misterioso evento che tutti chiamano «la sciagura», la civiltà come la conosciamo si sgretola, le risorse scarseggiano ovunque e tra gli esseri umani vige la legge del più forte. In questa desolazione il paese di Nina resta però un mondo a parte, i suoi pochi abitanti vivono senza tecnologia e Nina cresce con un forte legame con la natura, che neanche lei riesce a comprendere e che la porta a essere vista come strega per via degli strani fenomeni che accadono in sua presenza. Ma quando una banda di predoni invaderà il paese, decimando brutalmente la popolazione e soggiogando i superstiti, Nina adolescente riuscirà a fuggire nei boschi, a imparare la sopravvivenza in montagna e la convivenza con i lupi e a comprendere i poteri che ha dentro di sé.

 

L’uomo d’oggi, schiavo degli apparecchi elettronici, vive nella consapevolezza di aver sfruttato oltre ogni limite le risorse di Madre Natura. Questa, come tutte le mamme che si rispettino, è paziente e amorevole, ma anche la più gentile delle genitrici può stancarsi e raggiungere il punto di non ritorno. 

I cambiamenti climatici non sono che un preludio, per quanto tragico, di quello che ci aspetta in futuro. Cosa accadrebbe, ad esempio, se venissimo privati dell’energia elettrica? Sapremmo adattarci?

Parte da qui Antonio Pisu per scrivere la sceneggiatura di “Nina dei lupi”, presentato in anteprima come evento speciale alle Giornate degli autori della Mostra del cinema di Venezia. Il film mescola l’elemento ambientalista con la distopia, la storia di sopravvivenza e la mitologia.

L’idea prometteva bene; la scelta di Pisu sembrava coraggiosa. Peccato che dopo l’ottimismo iniziale, lo spettatore si trovi davanti l’ennesimo esempio di cinema italiano poco riuscito: pasticciato, caotico e incoerente in chiave narrativa.

“Nina dei Lupi” finisce ben presto fuori rotta per ciò che riguarda il racconto e si regge solo sulla forte presenza scenica della talentuosa interprete. Sara Ciocca dimostra di possedere carisma e personalità nel tenere in piedi la storia come può.

Sergio Rubini nell’inedito ruolo del cattivo, Sandra Ceccarelli, Cesare Boccia e Paolo Ferrari (il Chicco della serie “I ragazzi della 3° C”) cercano di dare un personale contributo artistico al progetto, ma finiscono anche loro travolti da uno script sconnesso e non in linea con le aspettative iniziali.

Il film sbanda, risolvendosi in una parodia involontaria del genere apocalittico e lasciando molte domande sui personaggi e sull’intreccio senza risposta. Un’occasione mancata o mal gestita, dove brilla soltanto l’astro nascente di Sara Coccia.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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