“Non odiare”: un progetto ambizioso, sul perdono e la resilienza

Alessandro Gassman è misurato e dimesso. Luka Zunic brilla per la sua energia e fisicità

Un film di Mauro Mancini. Con Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco, Luka Zunic, Lorenzo Buonora, Cosimo Fusco. Drammatico, 96′. Italia, Polonia 2020

In una città del nord-est vive Simone Segre, affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa rintraccia la famiglia dell’uomo. Marica la figlia maggiore, Marcello adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale, il piccolo Paolo. Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare.

 

Odiare è semplice, in fondo. La vera sfida, il vero coraggio, li si dimostra nel saper perdonare e andare avanti. Ma un sopravvissuto ai campi di stermino o un parente dei milioni di vittime dell’Olocausto potrà mai perdonare un nazista? E accettare che, nel 2020, ci sia ancora chi si professa nazista?

Mauro Mancini e Davide Lisino, scrivendo la sceneggiatura di “Non odiare”, presentato in concorso alla Settimana internazionale della critica di Venezia, hanno cercato di coniugare
impegno civile, intrattenimento e operazione catartica. Un progetto ambizioso, riuscito solo in parte per l’indecisione di scegliere, alla fine, una direzione precisa per la storia.

Alessandro Gassman si cala perfettamente nel difficile ruolo di Simone Segre, stimato chirurgo di origine ebraica e persona per bene, che si trova a compiere una scelta vitale e poi a dover convivere con un soffocante senso di colpa. Gassman opta per una recitazione dimessa, giocata più sui silenzi e sugli sguardi che sulle parole, dando credibilità, forza e profondità al suo personaggio.

Non solo adulti in crisi, ma anche giovani, in particolare i figli della vittima: Marica (Serraiocco), giovane onesta e lavoratrice, e Marcello (Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale.

La Serraiocco si ritaglia il suo spazio all’interno della storia, cercando di trasferire parte di sé al personaggio di Marica. A differenza di precedenti e felici esperienze, però, stavolta l’attrice fatica a trovare la giusta chiave interpretativa, dando un contributo marginale alla riuscita del film. Chi si rivela una piacevole sorpresa è Luka Zunic, mai fuori fuoco e sempre puntuale nell’entrare in scena e scuotere lo spettatore con la sua energia e fisicità.

“Non odiare” è complessivamente un buon prodotto, un viaggio obbligato e doloroso di crescita e chiarimento per ogni personaggio, dove manca però un quid creativo e/o registico capace di far fare il salto di qualità al film.

Non si può fuggire per sempre dal passato, prima o poi si deve affrontarlo. Ma nella vita reale ci sono anche ostacoli impossibili da superare, non è tutto rose e fiori. Il finale agrodolce scelto da Mancini se da una parte deluderà gli amanti del lieto fine, dall’altra confermerà che la politica dei piccoli passi è l’unica possibile quando la montagna d’odio da scalare è ripida e piena di insidie.

 

Il biglietto da acquistare per “Non odiare” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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