“Olga”: una bella storia di resilienza sportiva e orgoglio nazionale

Anastasia Budiashkina formidabile protagonista del film di Elie Grappe presentato a Cannes

Un film di Elie Grappe. Con Anastasia Budiashkina, Sabrina Rubtsova, Caterina Barloggio, Thea Brogli, Tanya Mikhina, Jérôme Martin, Alicia Onomor, Lou Steffen, Alexandr Mavrits.
Drammatico, 85′. Svizzera, Ucraina, Francia 2021

2013. Una ginnasta di 15 anni è divisa tra la Svizzera, dove si allena per il Campionato Europeo e per le Olimpiadi, e l’Ucraina, dove sua madre, una giornalista, segue gli eventi di Euromaidan.

 

Negli ultimi mesi parola come resistenza e resilienza sono state utilizzate, a mio modesto parere, in modo anche eccessivo quanto banale. Eppure proprio a queste ricorrerei, se dovessi definire in breve “Olga” di Elie Grappe, presentato in concorso alla Semaine de la Critique di Cannes 2021

La giovane protagonista è una talentuosa ginnasta ucraina, destinata a rappresentare il suo Paese ai Campionati Europei e forse un giorno alle Olimpiadi. L’attentato subito dalla madre, una giornalista impegnata in prima linea a raccontare le sommosse contro il presidente filo-russo, la porta a espatriare, e trasferirsi in Svizzera dai nonni.

Qui Olga si trova divisa tra i duri allenamenti e la paura per la madre, rimasta in Ucraina. Nonostante l’apparenza impassibile – alcune colleghe la definiscono un robot – la ragazza è spaventata, ma anche consapevole di quello che c’è in gioco per lei. 

“Olga” è allo stesso un film politico e il racconto di una coraggiosa sfida, dove la durezza e il rigore della ginnastica rappresentano le uniche armi a disposizione della protagonista.

Anastasia Budiashkina è una formidabile quanto piacevole sorpresa. La sfida interpretativa, per lei, era rappresentata più dalle scene extra pedana che da quelle agli attrezzi. L’attrice è un vulcano silente, pronto a esplodere all’occorrenza, brava ad alternare forza e fragilità.

Olga ha lottato e sofferto in pedana, e soffocato le lacrime per la rivoluzione ucraina soppressa nel sangue. È poi tornata a vivere a Kiev, in un Paese ufficialmente “normalizzato”. Continua però a coltivare la sua passione per la ginnastica, insegnandola ai bambini. In attesa di un vero cambiamento politico. 

 

Il biglietto da acquistare per “Olga” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

Previous articleCinema per il clima a Cannes 2021: “Bigger than us” e “Invisible demons”
Next article“I Croods 2 – Una nuova era”: un film d’animazione gioioso e coloratissimo
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here