Operazione Codice Cøngø, Baibin Nighthawk e Dominick Fencer

Mark Savannah, ex-agente ormai compromesso dell’intelligence britannica, per sfuggire al mandato di cattura internazionale che pendeva sulla sua testa aveva trovato rifugio tra i Tuareg del Mali. La ripresa degli scontri militari nel 2008 al Nord del paese lo costringe a cambiare i suoi piani spingendolo a nascondersi nella Repubblica Democratica del Congo e a lavorare sotto copertura come operatore sanitario all’ospedale di Kinshasa. Cercando di sopravvivere alla corruzione generalizzata del paese, Mark sarà testimone diretto degli effetti devastanti e letali di un progetto di coltivazioni transgeniche finanziato da un consorzio internazionale che è alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo e di produzione. Contattato nuovamente dall’intelligence britannica per indagare sulle attività del consorzio, Mark si troverà coinvolto nello scontro tra i vari paesi per il controllo del territorio e dei mercati affrontando nuovamente il suo acerrimo nemico e la “sniper” che non aveva mai smesso di dargli la caccia.

Tornano i personaggi del romanzo “Black Hawk Day Rewind – Fotogrammi di un omicidio” (leggi la recensione su Parole a Colori), a partire da Mark Savannah, ex-agente segreto compromesso un tempo al servizio di Sua Maestà britannica, e lo fanno in grande stile, con una nuova storia di spionaggio e complotti internazionali ambientata in Africa.

Se il primo romanzo gettava le basi della serie, presentando protagonisti, dinamiche e situazioni, “Operazione Codice Cøngø” amplia l’orizzonte narrativo – e mette anche in evidenza il grande lavoro di ricerca e approfondimento svolto dagli autori, Dominick Fencer e Baibin Nighthawk.

E lasciatemi spendere una parola su questo punto, visto che dalla trama complessa e arzigogolata non posso rivelarvi molto, per non guastarvi il piacere della lettura. Ci sono generi che consideriamo, da non scrittori, più semplici da scrivere rispetto ad altri. Così se pensiamo che è impossibile non informarsi bene prima di mettere mano, che so, a un romanzo storico ambientato alla corte dei Medici lo stesso ragionamento non sempre lo estendiamo a gialli, thriller, noir.

“Operazione Codice Congo” ci dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto sbagliamo lasciandoci andare a semplificazioni come questa. Perché anche un romanzo contemporaneo può – e deve – avere alle spalle un grande lavoro di pre-scrittura, se vuole risultare convincente e non lasciare la sensazione di essere solo un’accozzaglia poco riuscita di scene forti e spettacolari, pensate per stupire.

Rubaya, North Kivu (D.R.Congo)

Tornando al libro in sé, dopo un inizio forse un po’ lento, la trama scorre via a tutta velocità, e il libro si fa leggere con piacere e interesse. I personaggi sono delineati persino in modo migliore che nel primo capitolo, con un approfondimento psicologico più attento e convincente.

Non solo thriller, ma spazio anche per argomenti di grande attualità, come la povertà, le malattie infettive, lo sfruttamento del Terzo mondo e più in generale le proibitive condizioni di vita dei paesi dell’Africa uscita dal colonialismo.

È questo uno degli elementi che ho apprezzato di più del libro di Dominick Fencer e Baibin Nighthawk, che resta comunque rivolto principalmente agli amanti delle storie di spionaggio dai ritmi serrati: che anche a un lettore medio può riservare sorprese, e offrire spunti di riflessione.

Chi ha detto che un thriller incentrato su un ex-agente in fuga, coinvolto in una serie pressoché infinita di situazioni potenzialmente letali, non possa anche far riflettere sullo stato del nostro disastrato mondo moderno? La coppia di autori ci dimostra ancora una volta che ogni romanzo, anche quello dalla connotazione più volutamente action, può contenere diversi livelli di lettura. Basta scriverlo con attenzione, pesando bene gli elementi e non limitandosi a colpi d’arma da fuoco e inseguimenti.

Il finale – che a mio avviso ha il grande pregio di non si inserisce nel filone di quelli che vogliono lasciare col fiato sospeso a ogni costo e finiscono invece per far venire i nervi col loro essere più incompiuti che intriganti – soddisfa il lettore, ma lascia anche la curiosità di sapere come si svilupperà la vicenda.

Un ottimo libro, dove niente viene lasciato al caso e la mano degli autori si avverte a ogni pagina. Ben studiato, ben costruito, ben scritto.





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