“Paolo Borsellino – Adesso tocca a me”: il docufilm Rai ripercorre gli ultimi 57 giorni del giudice

Testimonianze di parenti, amici ed ex colleghi per raccontare un uomo dinamico, sensibile, che non cede al compromesso

di Alberto Leali

 

Mercoledì 19 luglio, in occasione del venticinquesimo anniversario della strage di Via D’Amelio, Rai 1 trasmette in prima serata il docufilm “Paolo Borsellino – Adesso tocca a me”, diretto da Francesco Miccichè, che firma anche soggetto e sceneggiatura con Sandrone Dazieri e Giovanni Filippetto.

La docufiction ripercorre, attraverso interviste, testimonianze, ricostruzioni e filmati d’epoca gli ultimi 57 giorni di vita del giudice Borsellino, dalle strage di Capaci, che causa la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone, a quella di Via D’Amelio, in cui il magistrato perderà la vita assieme ai cinque agenti della sua scorta.

“La docufiction è un linguaggio di grande impatto – spiega il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta in conferenza stampa -, utile per dare alla Storia una verità ancora più urgente. La Rai lo utilizzerà ancora per un film su Libero Grassi e per altri importanti progetti in cantiere”.

Filo conduttore del racconto di Miccichè sono i preziosi ricordi di Antonio Vullo, unico sopravvissuto della strage di Via D’Amelio, che vogliono ricomporre una storia che è in realtà molto più articolata e complessa di quella che ci è stata spesso raccontata.

“Come parte in causa, ho amato questa docufiction – ha detto -, è fatta col cuore e con grande perizia. E rende giustizia a Paolo e alla Verità. Perché moltissime sono state le cose non vere passate in questi 25 anni”.

A prendere forma il ritratto intimo ed emozionante di un uomo coraggioso, determinato, integerrimo, nel momento in cui è ormai consapevole di essere destinato alla morte, avendo compreso che la mafia è entrata radicalmente nello Stato.

Eppure, nonostante questo, Borsellino continua la sua lotta e la sua ricerca della verità, perché “non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che t’impedisce di andare avanti”, come dirà in un celebre discorso.

A dare volto al magistrato, il bravissimo Cesare Bocci, che regala un’interpretazione ammirevole per intensità ed equilibrio.

“Si tratta di un’operazione differente dalle altre, perché mescola realtà e finzione – spiega il protagonista – provocando sensazioni e sentimenti molto forti. Alcuni di voi mi hanno detto all’uscita dalla proiezione di aver provato emozione, ma anche tanta rabbia: ciò significa che abbiamo fatto un buon lavoro”.

Il Borsellino del docufilm è un uomo dinamico, umano, sensibile, che non cede al compromesso e all’indifferenza. Per raccontarlo a dovere, oltre alle testimonianze di parenti, amici ed ex colleghi, è stato fondamentale l’incontro del regista Micciché con il figlio del magistrato, Manfredi, oggi dirigente del Commissariato di Cefalù.

Ho voluto capire chi fosse sul serio Paolo, e per farlo mi sono basato sui tanti filmati a disposizione, ma anche su una sceneggiatura puntuale – spiega ancora Bocci. – Era un uomo positivo, allegro, scherzoso. E l’immagine che forse meglio lo rappresenta è la foto che lo mostra in bicicletta senza maglietta mentre alza le dita in segno di vittoria. Perché lui la mafia l’ha vinta, col risveglio delle coscienze di tanti giovani in Sicilia e in tutta Italia”.

Nel cast anche Ninni Bruschetta nel ruolo del commissario Rino Germanà, Anna Ammirati in quello di Anna Borsellino e Giulio Corso nei panni di Antonio Vullo.

Un lavoro pregevole, sia nella parte di fiction che in quella documentaristica, che non mancherà di appassionare e commuovere il pubblico, in cui il ricordo di Borsellino è rimasto indelebile.

È necessario essere consapevoli, per rendere consapevoli chi guarda e ascolta – ha dichiarato il direttore generale della Rai Mario Orfeo durante la conferenza stampa di presentazione – ed è questa la finalità del servizio pubblico. La Rai porta avanti la missione di ricordare e far ricordare, tutti i giorni, non solo in occasione degli anniversari di avvenimenti come la strage di Via D’Amelio”.

La Rai mette tutte le sue eccellenze al servizio del sostegno della legalità e della lotta alle mafie, per parlare a voce alta a tutto il Paese.

Da lunedì 17 a venerdì 21 luglio tutte le reti e i canali Rai offriranno una ricca programmazione di film, approfondimenti, documentari e spazi informativi per ricordare il sacrificio di Borsellino e dei suoi angeli custodi.

Oltre all’imperdibile “Paolo Borsellino – Adesso tocca a me”, segnaliamo il documentario di Rai Cultura “Paolo Borsellino. L’ultima stagione” con l’introduzione del Procuratore Nazionale antimafia Franco Roberti e le testimonianze di importanti esponenti delle Istituzioni (Rai Storia); il documentario “Paolo Borsellino”, scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio (ancora Rai Storia); il film “I 57 giorni” di Alberto Negrin, con Luca Zingaretti (Rai Premium) e gli approfondimenti di Radio Rai, Uno Mattina e La vita in diretta.

“Non dobbiamo dimenticare la vita e gli esempi di coloro che hanno lottato – afferma il presidente del Senato Pietro Grasso – Non si possono far passare 25 anni invano. Voglio che il ricordo di Paolo rimanga vivo, non solo per ciò che ha fatto nella sua professione, ma anche come amico. La sua figura spinge a non rassegnarsi e a non nascondersi, perché bisogna continuare a combattere”.

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