“Peccati immortali”: recensione del romanzo di Cazzullo e Roncone

Mondadori pubblica il thriller fantapolitico, ambientato in una Roma immaginaria ma non troppo

La prima domanda che ci si pone al termine della lettura di Peccati immortali, il nuovo avvincente romanzo scritto a quattro mani dai giornalisti del Corriere della Sera Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone, edito da Mondadori, è quale sia il confine tra realtà e finzione.

Si tratta di un thriller fantapolitico, ambientato in una Roma futura o futuribile, crogiolo di poteri e forze oscure, tra i palazzi del Potere e il Vaticano. Salvini ha perso la sua occasione ed è uscito di scena a seguito del naufragio di un barcone di migranti, rimasto, per oltre un mese, in attesa di un attracco sicuro nelle acque antistanti il porto, chiuso, di Catania.

Nel frattempo, mentre il Paese è alla mercé di un governo Pd-Popolo dell’Onestà (profetico il riferimento all’intesa Pd-5Stelle che, al momento della stesura del romanzo, era di là da venire), il nuovo Ministro dell’Interno, giocando sulla fragilità del premier, vorrebbe architettare un attentato, di “matrice islamica”, per spingere l’opinione pubblica a invocare una maggiore sicurezza e dunque prendere, legittimato, il potere.

In questo contesto il Cardinale Michelangelo Aldrovandi, molto vicino al Pontefice, viene trovato morto in un’auto di fronte a Porta Sant’Anna. Le cause della morte verranno chiarite in seguito, grazie a un cellulare contenente delle foto di un’orgia, scabrose quanto compromettenti per la Santa Sede e per la politica, dal momento che anche un Ministro della Repubblica compare, inequivocabilmente, nelle immagini.

Ma ecco che, inaspettatamente, sebbene si riesca a mettere a tacere lo scandalo, il telefonino scompare. Inizia così la ricerca spasmodica di un oggetto divenuto tanto importante e che sono in molti a volere, che condurrà il lettore nei bassifondi di una Capitale torbida, epicentro dell’intrigo, tra campi Rom, mafia nigeriana, circoli sportivi, feste private, stanze del potere e popolari osterie.

Sulle tracce del telefonino troviamo deputati, senatori, contesse e accompagnatrici, notai e alti prelati, tutte persone assetate di potere. Tra questi, si distingue una strana coppia di investigatori – una giovane e coraggiosa sudamericana, suor Remedios, e un grasso antiquario con un passato nei servizi e una passione per la pasta, Gricia.

Peccati immortali” è un romanzo avvincente, ricco di suspense e imprevedibile, che mantiene un ritmo eccellente dalla prima all’ultima pagina. Un racconto sull’animo umano e sulle sue bassezze, tra personaggi reali e immaginari, che ci consegna un ritratto comunque efficace del nostro tempo.

 

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Elena D'Alessandri
Laureata in sociologia, un master in relazioni internazionali e uno in interpretariato e traduzione, dopo sei anni ad IsICult come ricercatrice prima e responsabile di ricerca poi, dal 2015 al 2018 ha lavorato come ricercatrice associata presso l'Istituto Universitario Europeo (EUI) di Firenze. Come giornalista ha collaborato con "Il Manifesto", con il mensile del Gruppo Il Sole24Ore, "Millecanali" e con "L'Opinione". Attualmente scrive per "Il Giornale Off", per "Articolo21" e per "Mentelocale", occupandosi di cultura e cinema.

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