“Pupazzi alla riscossa – UglyDolls”: un piccolo thriller a misura di bambino

Un racconto innovativo dal finale non scontato per un film d'animazione con note da musical

Un film di Robert Rodriguez, Kelly Asbury. Con Federica Carta, Diletta Leotta, Shade,  Achille Lauro, Stefano Roberto Belisari. Animazione, 87′. USA 2019

Uglyville è un luogo allegro e colorato, nel quale la stravaganza è ben vista e la bellezza che conta non è quella esteriore. Moxy è una colonna portante di questa comunità di pupazzi, sempre gioiosa e accogliente verso i nuovi arrivati. Ma è anche più curiosa degli altri: si domanda cosa ci sia dietro il tunnel da cui tutti provengono e sogna il Grande Giorno in cui verrà mandata nel mondo reale e avrà finalmente un bambino da amare e da cui essere amata. Questa curiosità spingerà Moxy e un manipolo di amici nella città di Perfezione, dove il perfido Lou addestra le bambole a mantenersi esteticamente impeccabili e condanna ogni essere difettoso all’oblio eterno.

 

Vi siete mai chiesti che fine fanno quei pupazzi che in fase di produzione presentano dei “difetti di fabbrica”? Ruota intorno a questo tema “Pupazzi alla riscossa – UglyDolls”, presentato in anteprima ad Alice nella città.

I protagonisti del film d’animazione sono cinque pupazzi che vivono a Bruttopoli (Uglyville), città allegra e colorata dove la stravaganza e la diversità sono ben visti. Ignari dell’esistenza di pupazzi perfetti, vivono cercando un bambino che possa amarli incondizionatamente per ciò che sono.

Tra gli elementi vincenti di “Pupazzi alla riscossa – UglyDolls” ci sono l’idea innovativa alla base del racconto, l’inserimento di una nota thriller e la “formula musical“. Alternando musica orecchiabile alle parole ci si assicura l’attenzione costante di ogni bambino, e ogni adulto, in sala.

Colori vivaci e musiche coinvolgenti rendono la pellicola scorrevole, piacevole da vedere anche per un pubblico maturo. Persino il finale rifugge la banalità, e senza voler esagerare si limita a chiudere il racconto nel migliore dei modi.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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