Recensione di “Madame le Commissaire e l’inglese scomparso”

Beat pubblica in Italia il primo romanzo della serie poliziesca tedesca firmata da Pierre Martin

È uscito in Italia il 21 gennaio, edito da Beat, Madame Le Commissaire e l’inglese scomparso, il primo capitolo della serie giallo-poliziesca scritta dall’autore tedesco Pierre Martin con protagonisti il commissario Isabelle Bonnet e il suo assistente Apollinaire. In lingua originale sono usciti al momento sette romanzi.

Costretta a un periodo di riposo forzato, Isabelle Bonnet, ex capo della squadra antiterrorismo di Parigi, torna a Fragolin, ameno paese dell’entroterra della Costa Azzurra, nel Sud della Francia, dove ha trascorso l’infanzia.

Al suo arrivo, Isabelle trova inaspettatamente il paese in preda all’agitazione: due giorni prima una domestica ha scoperto in una villa il corpo di una giovane donna seminuda, colpita da diversi proiettili, uno dei quali le ha dilaniato la faccia. La tenuta appartiene a un inglese di cui si sono perse le tracce. L’uomo, del quale si sa molto poco, è ricercato dalla gendarmeria che lo ritiene il principale sospettato dell’omicidio.

La vicenda non suscita più di tanto l’attenzione di Isabelle: nella sua vita ha visto ben di peggio. Ma qualche giorno dopo il suo superiore la chiama, le restituisce, secondo le sue parole, il grado di commissaire, e le affida l’inchiesta su quel banale delitto di provincia.

Da Tolone le viene affidato come assistente un certo Jacobert Apollinaire Eustache, un tipo goffo e maldestro che si è sempre occupato dell’archivio e non ha mai preso parte a un’indagine. Insieme, i due cercheranno di vederci chiaro in un caso che, poco alla volta, assume tratti tutt’altro che banali… 

Madame Le Commissaire e l’inglese scomparso” è un romanzo poliziesco vecchio stile, se mi concedete il termine, uno di quelli dove il ritmo non è schizofrenico ma si procede con una certa calma, passo dopo passo, rivelazione dopo rivelazione.

A un certo punto, questa lentezza risulta persino un pochino fastidiosa, perché si ha come la sensazione di non star procedendo affatto… ma poi la svolta arriva, e il finale, con la soluzione del caso di giornata, è persino inaspettato.

I personaggi, a cominciare dal commissario Bonnet, sono credibili e ben caratterizzati. Certo, l’autore indulge qua e là in qualche “stereotipo paesano”, che chi vive in un piccolo Comune o paesino individuerà sicuramente – il macellaio macho, i vecchietti attaccati con le unghie e con i denti alle tradizioni e contrari a ogni forma di innovazione – ma questo, in un certo senso, fa parte dell’ambientazione e non risulta fastidioso.

Isabelle Bonet è una donna segnata nel corpo e nella mente dal passato recente, che cerca di ritrovare la pace e l’equilibrio nel suo luogo natio, dove non torna da molto tempo. Una donna “vissuta”, non una ragazzina, che si dimostra quasi sempre all’altezza delle situazioni. Vederla tenere testa ai colleghi uomini – che, diciamocelo, non ci fanno proprio una bella figura! – è un piacere per gli occhi. 

Una nota di merito per l’ambientazione. Leggendo “Madame Le Commissaire e l’inglese scomparso” si ha quasi la sensazione di respirare l’odore di lavanda, di sentire sulla pelle l’aria calda della costa. Le descrizioni sono precise e dettagliate ma non ridondanti, perfettamente inserite nella trama.

Il finale del libro chiude il caso dell’inglese ma chiaramente non quello della storia di Madame Le Commisaire, che sta pensando seriamente di restare a Fragolin invece di tornare alla sua vita parigina. Sono curiosa di vedere cosa succederà adesso, e quali altri casi dovranno risolvere lei e il suo assistente dai calzini originali Apollinaire. I romanzi originali sono sette, quindi ne vedremo delle belle.

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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