“The fanatic”: John Travolta nel ruolo del fan che si trasforma in stalker

Il film di Fred Durst ha delle premesse interessanti ma perde coerenza e ragione d'essere in corsa

Un film di Fred Durst. Con John Travolta, Devon Sawa, Ana Golja, Jacob Grodnik, James Paxton, Josh Richman. Thriller. USA 2019

Moose è un fan(atico). Autistico col vizio dell’autografo e della collezione, è ossessionato da Hunter Dunbar, divo del cinema horror. Grazie a una dritta di Leah, giovane fotografa in cerca di scoop a Hollywood, ha finalmente l’occasione di incontrarlo. Imbucato a una festa vip scopre con grande disappunto che il suo eroe è occupato altrove. Un altrove dove si incroceranno presto e dove comincerà l’incubo di Hunter Dunbar…

 

Senza di me non sei nessuno. Una frase sentita, letta e magari persino detta, con presunzione e arroganza, qualche volta. Ma chi può permettersi oggi di pronunciare queste parole? Un politico? Un magnate? Il Papa?

Paradossalmente sono proprio i fan ad avere maggiori titoli per farlo. Cosa sarebbe lo “star system”, senza un pubblico? Le star esistono perché esistono persone disposte a tutto per incontrarle, vederle, farsi fotografare con loro. Ma basta poco per superare il confine sottile tra passione e ossessione., e per trasformarsi da appassionato a stalker…

“The fanatic” di Fred Durst, evento di chiusura della XIV Festa del cinema di Roma, affronta proprio questo tema, ma con risultati deludenti. Dagli States arrivano notizie di un flop clamoroso al botteghino, e c’è già chi lo definisce il peggior film dell’anno.

Personalmente mi sento di spezzare se non una lancia intera almeno una mezza lancia in favore della pellicola e della performance di John Travolta, specialmente avendo visto due anni fa a Cannes “John Gotti – L’ultimo padrino”, davvero impresentabile.

“The fanatic” ha dei presupposti narrativi e sociologi interessanti quanto attuali. Nella prima parte lo spettatore riesce in qualche modo persino a simpatizzare per Moose e la sua goffa ossessione, magari rispecchiandosi in lui. Per Moose essere fan è una sorta di salvacondotto, che giustifica ogni atto, anche il più inquietante.

Dopo un inizio complessivamente godibile, però, il film sbanda, trasformandosi nella parodia di se stesso. Fred Durst esaspera i toni, il linguaggio e la messa in scena, rendendo inverosimile la storia e risibile l’evoluzione psicologica di Moose e degli altri personaggi. La sceneggiatura perde consistenza e logicità.

Travolta, comunque, è tutto sommato credibile, folle, grottesco, capace di calarsi magistralmente nel personaggio. Il suo Moose suscita tenerezza, ilarità, stupore e infine angoscia e sgomento per la sua involuzione. Almeno finché lo script glielo permette.

 

Il biglietto da acquistare per “The fanatic” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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