“Relic”: un horror di classe, psicologico e claustrofobico

L’esordio alla regia di Natalie Erika James è equilibrato, spaventoso senza essere eccessivo

Un film di Natalie Erika James. Con Emily Mortimer, Bella Heathcote, Robyn Nevin.
Horror. Australia 2020

Quando Edna, la matriarca anziana e vedova della famiglia, scompare, sua figlia Kay e la nipote Sam si recano nella loro sperduta casa di famiglia per cercarla. Poco dopo il ritorno della donna, iniziano a percepire una presenza sinistra che perseguita la casa e prende il controllo di Edna.

 

Non servono creature demoniache e mostri propriamente detti, per fare un grande horror. Ad esempio c’è qualcosa di davvero terrificante anche nel guardare una persona che amiamo perdere, poco alla volta, ogni parvenza di se stessa, soccombere a malattie come l’Alzheimer o la demenza senile.

Da questa idea parte la regista australiana Natalie Erika James per costruire il suo debutto dietro la macchina da presa, “Relic”, acclamato dalla critica al primo passaggio al Sundance a gennaio e presentato adesso a Londra.

Si tratta di un horror psicologico e claustrofobico, con Emily Mortimer, Bella Heathcote e Robyn Nevin che interpretano tre generazioni di donne della stessa famiglia che si ritrovano insieme nella loro casa di Creswick dopo che l’anziana matriarca Edna (Nevin) viene data per dispera. La donna ricompare, illesa, ma insieme a lei la casa sembra accogliere anche un’altra sinistra presenza…

“Relic” unisce spunti e suggestioni diverse: la casa stregata, il dramma psicologico, un simbolismo macabro alla “Babadook” (a cui il film della James è stato da più parti accostato) utilizzato per esplorare i rapporti madre-figlia. Il tutto con grande classe, con uno stile “alto” che per qualcuno mal si sposerà con l’idea di horror.

Ebbene no, cari lettori: non solo di effetti speciali splatter, trame scontate e cattiva recitazione si alimenta questo genere! “Relic” è la dimostrazione che si possono fare bei film a prescindere dalla categoria all’interno della quale questi vengono poi classificati.

Anche co-sceneggiatrice insieme a Christian White, la James costruisce un’atmosfera da incubo giocando con la sua ambientazione unica, quella casa circondata dalla foresta e da una fitta nebbia che mette i brividi.

Fondamentali per la buona riuscita del film sono le performance delle tre protagoniste, eccellenti e complementari. A Robyn Nevin spetta il ruolo più difficile, ma anche il più consistente. Il suo personaggio trasuda sofferenza, col suo progressivo declino fisico e mentale. Emily Mortimer è madre e figlia insieme, trasmette tutto l’orrore di dover dire addio a una persona che è ancora fisicamente presente. E poi c’è Bella Heathcote, che completa con bravura il trio.

Un horror che a qualcuno potrebbe sembrare più un esercizio di stile, ed in parte lo è. Ma il bello di “Relic”, così come di altri film terrificanti che parlano di genitori e figli e di mostri solo en passant, è che prima al pubblico arriva emotivamente, e in un secondo momento gli dà anche da pensare.

 

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