“Requiem for a dream”: un film alienante e disperato

Jennifer Connelly e Jared Leto fanno da spalla a una grandissima Ellen Burstyn nel secondo film di Darren Aronofsky.

di Riccardo Carosella

 

Un film di Darren Aronofsky. Con Ellen Burstyn, Christopher McDonald, Jennifer Connelly, Jared Leto, Louise Lasser, Keith David. Drammatico, 100′. USA, 2000

A Coney Island si intessono le vicende di Sara Goldfarb (Burstyn), teledipendente con l’assillo di partecipare a uno show televisivo, di suo figlio Harry (Leto), tossicodipendente con l’aspirazione di avviare una boutique con la sua ragazza, anch’ella tossicodipendente, e del loro comune amico Tyrone (Wayans). I sogni si trasformeranno in incubi e la dura realtà della droga cancellerà le aspirazioni e le illusioni.

 

Il secondo film di Darren Aronofsky, “Requiem for a dream” è un vero e proprio cazzotto nello stomaco che ci mette di fronte alla visione di una realtà tragica e sofferente fatta di solitudine, ossessione e assuefazione.

Assuefazione alla droga, ai mass media, a tutta una serie di piaceri e beni materiali che portano i protagonisti a perdere il contatto con la realtà, immergendosi sempre più in un vortice di nulla.

Il concetto di dipendenza viene analizzato e mostrato senza pregiudizi e senza mezze misure dal giovane regista, che assume una visione inevitabilmente critica e pessimista per mettere lo spettatore faccia a faccia con uno scenario crudo e sconvolgente che non risparmia nessuno.

Harry (Leto) è un giovane tossicodipendente che vive alla giornata e sogna di farsi un nome nel narcotraffico assieme all’amico Tyron (Wayans). È fidanzato e innamorato della bellissima Marion (Connelly), ragazza sensibile ma spregiudicata che sogna di aprire un negozio di moda assieme ad Harry. C’è infine la madre di quest’ultimo, Sara (Burstyn), una teledipendente che vive le sue giornate abbuffandosi di cibo e sognando di partecipare al suo show preferito.

Aronofsky è geniale nell’uso dei mezzi registici, riuscendo a rendere il pubblico partecipe del disagio fisico e mentale che attanaglia Harry e compagnia, attraverso inquadrature serrate che fanno provare le sofferenze e le paure dei personaggi.  La violenza delle immagini, insieme alla maestosa colonna sonora di Clint Mansell, fa il resto.

In un cast dove si fanno notare le – allora – giovani promesse Jared Leto e Jennifer Connelly, spicca indubbiamente la veterana Ellen Burstyn: sensazionale e gigantesca nel ruolo di Sara Goldfarb.

“Requiem for a Dream”, seppur acerbo e non perfetto dal punto di vista stilistico, è un film assolutamente da vedere, e per chi l’avesse già visto da rivedere. Per la forza dei significati che cerca di trasmettere, per la spregiudicatezza artistica con cui questi vengono mostrati e per il coraggio con cui affronta tematiche delicate ma di un’importanza e di un’attualità assolute.

 

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