“Sconnessi”: una commedia familiare che riflette sui mali della tecnologia

Persone che non si parlano (quasi) più costrette a un isolamento forzato senza rete né internet

di Ambra Azzoli

 

Un film di Christian Marazziti. Con Fabrizio Bentivoglio, Ricky Memphis, Carolina Crescentini, Stefano Fresi, Antonia Liskova. Commedia, 90′. Italia, 2018

Ettore (Bentivoglio), noto scrittore, guru dell’analogico e nemico pubblico di internet, in occasione del suo compleanno porta tutta la famiglia nel suo chalet in montagna, e cerca di creare finalmente un legame tra i suoi due figli, Claudio (Franceschini), giocatore di poker on line, e Giulio (Zurzolo), liceale nerd e introverso, e la seconda moglie, la bella, giovane e un po’ naif Margherita (Crescentini), incinta al settimo mese. Al gruppo si uniscono anche Achille (Memphis), fratellastro di Margherita appena cacciato di casa dalla moglie, e Tea (Gorietti), giovane fidanzata di Claudio e devota fan di Ettore.

 

Come vi sentireste se, di punto in bianco, il vostro smartphone smettesse di funzionare e vi ritrovaste tagliati fuori da tutto e da tutti, incapaci di accedere alla rete, e magari anche bloccati in una casa in montagna?

È quello che succede ai protagonisti di “Sconnessi”, il nuovo film del regista Christian Marazziti, che dimostrano di essere dei veri e propri nomofobici (chi soffre della paura di rimanere sconnessi dal contatto con la rete di telefonia mobile, ndr) quando la linea telefonica si guasta e ogni dispositivo elettronico risulta inutilizzabile.

Tutti sembrano andare nel panico, ma c’è anche chi vede in questa “disgrazia” una risorsa, per potersi finalmente guardare negli occhi e parlare, confrontarsi, in una società dove queste cose sono sempre più rare.

Ettore Ranieri (Bentivoglio), noto scrittore e capostipite della famiglia, ad esempio, con internet non ha nulla a che vedere, e vorrebbe interfacciarsi di più con i figli e con la giovane compagna Margherita (Crescentini), ma distogliere il loro sguardo dagli schermi di tablet e affini sembra essere impossibile.

Nel variegato cast, tutto a suo modo nella parte, brilla la stella di Stefano Fresi, che nel ruolo del bipolare Palmiro conferma ancora una volta le sue grandi doti comiche.

Dietro gli evidenti toni da commedia di “Sconnessi” si nasconde però una critica – o quanto meno un’osservazione scettica – della realtà contemporanea. I dispositivi elettronici ci stanno rubando l’anima? Oggi è più importante chattare con chi si trova a decine – se non migliaia – di chilometri e non perdere neppure un aggiornamento sui social piuttosto che parlare con chi abbiamo vicino?

Ma soprattutto, un ritorno “alle origini” è ancora possibile? Oppure per i nostri figli la comunicazione vis-à-vis sarà solo un retaggio del passato di cui leggere sui libri di storia – come le tavolette d’argilla e i papiri per noi? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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