“Seance – Piccoli omicidi tra amiche”: un pasticcio di generi che annoia

Un film deludente, vecchio nei contenuti, scialbo nel ritmo e sottotono nell'interpretazione.

Un film di Simon Barrett. Con Suki Waterhouse, Madisen Beaty, Inanna Sarkis, Ella-Rae Smith, Stephanie Sy. Horror, 92′. USA 2021

Dopo essere rimasta vittima di uno scherzo pesante, Kerrie, una studentessa dell’austero collegio femminile retto con pugno di ferro dalla signora Landry, si rifugia in camera, ma quando le compagne che le hanno fatto lo scherzo vanno a vedere come sta la trovano morta, schiantata sul selciato dopo essere precipitata dalla finestra della sua camera. Tempo dopo Camille, una nuova studentessa, arriva al collegio e si vede assegnata la camera che era stata di Kerrie. Camille si ritrova ad avere a che fare con il gruppetto di bullette capitanato da Alice: fatica a relazionarsi con loro ed è coinvolta in una rissa. Le ragazze sono costrette così dalla preside a svolgere lavoro d’archivio. L’idea brillante, mentre lo svolgono, è quella di fare una seduta spiritica per sapere direttamente dallo spirito di Kerrie che cosa le è davvero successo. La seduta sembra funzionare, ma lo spirito avvisa le ragazze che qualcuno sta per ucciderle. Detto fatto, una delle ragazze scompare. C’è davvero uno spettro malevolo che infesta il collegio?

 

Sarebbe davvero necessaria una seduta, spiritica magari, per scuotere lo spettatore dal torpore e dalla profonda noia in cui si ritrova alla fine di “Seance” di Simon Barrett – che la distribuzione italiana ha trasformato in “Seance – Piccoli omicidi tra amiche”, sperando, magari, di conferirgli almeno nel titolo quel qualcosa in più.

Questo non è un horror né un thriller, piuttosto un pessimo pasticcio di generi, oltre che drammaturgico, che non possiede alcuna specificità creativa o elemento distintivo né sul piano recitativo né su quello registico.

“Seance – Piccoli omicidi tra amiche” è costruito sui personaggi, luoghi e moventi non soltanto stereotipati ma inverosimili e caricaturali. In un college, alcune giovani studentesse belle e viziate si dedicano al bullismo e all’esoterismo per scacciare la noia. Una serie di efferati omicidi semina il panico nel campus, e si ipotizza che il serial killer possa essere uscito niente meno che dall’inferno o simili.

La sceneggiatura non propone niente di nuovo, è la fiera del già visto e già scritto. Ma il peggio è che questo materiale poco originale viene proposto in modo stucchevole, innaturale e senza alcun pathos o mordente. Della serie: anche nel non inventare niente di nuovo si può sbagliare clamorosamente.

“Seance – Piccoli omicidi tra amiche” è un film vecchio nei contenuti, scialbo nel ritmo e irritante nella recitazione. Il cast, duole dirlo, sembra aver poco da dire, oltre all’indubbia avvenenza fisica.

Un buco nell’acqua su tutta la linea, che potrebbe riuscire, al massimo, a conciliare il sonno a chi ha problemi ad addormentarsi.

 

Il biglietto da acquistare per “Seance – Piccoli omicidi tra amiche” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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